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FUGA DALLA CITTÀ: DA ROMA AL RIFUGIO GIAF
FUGA DALLA CITTÀ: DA ROMA AL GIAF
Conosciamo i due ragazzi che hanno lasciato Roma per la montagna friulana.
Assieme alla Guida Tommaso Lizzi, protagonista del precedente articolo, Alessandro Puntoriero e Marco Politi gestiranno il rifugio Giaf a Forni di Sopra nelle Dolomiti Friulane.
Alessandro Puntoriero, 34 anni, si presenta:
Sono stato spettatore di migliaia di film, dischi, libri e musei, ma non ho mai trovato una risposta, anzi, vedevo la mia vita scorrere senza esserne protagonista.
Per arrivare a Forni di Sopra sono passato dal Gran Sasso, ho spillato l'equivalente del lago di Sauris in birra, ho dormito in tenda tra lupi e grizzly e ho oltrepassato di 200 km il circolo polare artico, fino a raggiungere l'oceano.
Sono nato e cresciuto a Roma dove ogni singola pietra ha una storia incredibile da raccontare, dove il cuore si riempie di meraviglia camminando tra Chiese e musei che hanno educato i miei occhi alla bellezza e dissetato la mia curiosità.
La mia formazione professionale la devo al tempio della birra artigianale (Open Baladin) collaborando e rafforzando l'amicizia con Marco, nuovo gestore e cuoco del rifugio Giaf. Seguendo la mia irrefrenabile curiosità ho iniziato a viaggiare, zaino in spalla, verso il nord del mondo, lungo la costa settentrionale dell'isola di Vancouver, così come nelle foreste pluviali dell'arcipelago della Regina Carlotta, sotto ai ghiacciai dello Yukon e attraverso le distese della Tundra canadese fino al Mar Glaciale Artico nei Territori del Nordovest.
Le montagne e la natura mi hanno dato la possibilità di conoscere me stesso, sempre in cerca di qualcosa che mi facesse sentire vivo e ho imparato che i miei compagni di viaggio erano la cosa più preziosa dell'avventura.
Insieme a loro ho esplorato grotte inviolate in Italia ed Albania ma al termine di ogni viaggio tornavo nella capitale con il cuore pieno di "mal d'avventura". Non potendo tradire me stesso, ho deciso di lasciare il gorgo della vita cittadina per seguire le mie passioni e mi sono innamorato immediatamente del territorio di Forni di Sopra, che mi dà ogni giorno la possibilità di scoprire la bellezza selvaggia delle Dolomiti Friulane.
Ho legato con il paese spillando birra al birrificio artigianale Foglie D'Erba, dissetando fornesi e migliaia di turisti. Qui ho conosciuto i miei nuovi amici, tra cui Tommaso Lizzi, la cui affinità è stata immediata per i numerosi viaggi in comune e per il desiderio di vivere e lavorare in mezzo alla natura.
Insieme a Marco e Tommaso è iniziata questa nuova avventura che mira a condividere e custodire la bellezza di questi luoghi, offrire una cucina genuina e fare dell'accoglienza il centro del nostro lavoro.
Gestire un rifugio mi dà la possibilità di condividere quella bellezza che ho sempre cercato nella vita, di accogliere viaggiatori e appassionati di montagna.
Il desiderio è che il rifugio non sia solo un luogo di passaggio e quindi vorremmo proporre corsi e workshop di varie discipline per far vivere un esperienza formativa in un luogo unico. Credo che vivere a lungo questi luoghi sia il solo modo per coglierne l'essenza. Non vi chiedo di lasciare la città come me, ma vi auguro di visitare uno dei luoghi più incantevoli e meno antropizzati dell'arco alpino. Veniteci a trovare nel Rifugio Giaf, saremo felici di ospitarvi e bere una buona birra insieme a voi.
Marco Politi, 38 anni, si presenta:
Cucinare in mezzo alla natura non è solo regalarsi una cornice estetica. Non si tratta di evadere da qualcosa, di fuggire dallo stress e dal caos o, peggio, di un eremitaggio in salsa “pop”, ma di immergersi nella più potente fonte di ispirazione per un essere umano. E' un privilegio per un cuoco varcare la soglia della cucina e poter volgere lo sguardo sulle cime dolomitiche, o fare pausa attingendo ai profumi e ai suoni dalle distese boschive che circondano il rifugio Giaf. Non trovo condizioni migliori per esprimere il meglio di sé nel mio lavoro.
Dopo essermi laureato in filosofia, ho intrapreso la via culinaria lavorando in alcune realtà ristorative romane dove ho avuto la fortuna di conoscere veri e propri maestri, quasi tutti pazzi. Se dovessi trarre una sintesi direi che ciò che mi ha formato è capire l'importanza in cucina della “semplicità come risultato finale”, della naturalità degli ingredienti e, sopratutto, del tipo di attenzione che si dà alle cose. A volte noi cuochi ci facciamo prendere dall'ansia della tecnica perfetta ma la tecnica non è tutto. Si impara tantissimo traendo suggestioni da una chiacchierata con un coltivatore o un allevatore che svolge con amore il proprio mestiere. E un piatto che nasce da questo tipo di incontri deve essere “ruvido” e l'imperfezione sarà la sua dote estetica. A maggior ragione quando viene servito in un rifugio.
Centrale nella mia esperienza lavorativa è stato l'Open Baladin di Roma, dove ho guidato la cucina per cinque anni. Qui ho conosciuto il mio caro amico Alessandro. É stato lui ad introdurmi alla meravigliosa realtà di Forni e a presentarmi Tommaso col quale l'amicizia e l'intesa sono state immediate. Ancora all'Open ho imparato quanto è importante il fattore umano nel lavoro. La risata tra colleghi. era l'ingrediente numero uno. Eravamo molto bravi a creare quel clima di leggerezza a cui molto spesso i clienti partecipavano volentieri. Non c'è modo più entusiasmante di lavorare che divertendosi. E su questo, Tommaso, Alessandro ed io siamo perfettamente allineati.
L'idea di cucina che porterò al Giaf si inserirà nel senso più ampio di “ristoro”. Un rifugio è un luogo al tempo stesso di riposo, condivisione, pausa . Per alcuni è una tappa, per altri è la meta della giornata, per altri ancora un'occasione d'incontro o una meravigliosa scoperta. Per tutti è il punto d'arrivo di una camminata più o meno lunga. La cosa fondamentale per ognuno in un contesto del genere è sentirsi a proprio agio. Come cuoco mi pongo l'unico proposito di accompagnare con una cucina semplice e sana il vivace confronto a tavola di escursionisti di fronte a una mappa, oppure il pranzo di fine settimana della famiglia in vacanza, la pausa della coppia in moto “on the road” alla ricerca di posti unici o il convivio goliardico del gruppo di amici. La domanda al centro della mia attività sarà: “che tipo di esperienza si aspetta di fare chi viene qui?” e cercare di rispondere con un pranzo che avrà da ricordare ancora a lungo.
Il mio lavoro sarà ispirato ad una esplorazione continua delle ricchezze gastronomiche locali. I classici saranno immancabili. Penso al ragù, al bollito ai brasati di carni rosse, alle polente ecc.
Ma quando si dice montagna si dice selvaggina; grazie alla macelleria Clerici di Forni di Sopra, nel menù non mancheranno piatti di lepre, cinghiale, cervo, capriolo, marinati, speziati o in salmì, preparati. Il repertorio di ricette offerto dalla tradizione è infinito e porterò in dote a Forni qualche piatto proveniente dalla tradizione romana e delle montagne centro-italiane. Per i nostri primi utilizzeremo solo pasta fresca, acqua e farina di semola, e fatta in casa. Una delle cose che mi fa letteralmente scivolare via tutti i pensieri è lavorare gli impasti con le mie stesse mani. Sarà forse perché sono cresciuto scorrazzando nel forno di mio padre, sta di fatto che è così. Abbiamo già preso contatti col molino Persello, una vivace realtà locale che lavora grani e mais friulani. per quest'estate abbiamo in mente eventi nel fine settimana con cadenza regolare nei periodi di punta e sono sicuro che sapremo creare quell'atmosfera degna di un rifugio situato nel gruppo montuoso tra i più belli al mondo.
Al Rifugio Giaf con Alessandro e Marco, troverete la Guida Tommaso Lizzi, leggi qui...
IN VOLO SULLE GUGLIE DELLE DOLOMITI FRIULANE
Cortometraggio Cacciatori di Guglie
Un filo conduttore sembra collegare il destino di guglie e pinnacoli dolomitici a quello del nostro pianeta: tutti in equilibrio, ma anche in pericolo sotto l'insidia delle mutazioni climatiche. Il video racconta in sintesi l'attività di ricerca dei più suggestivi pinnacoli delle Dolomiti Friulane.
LA MARCIA DEL DAVAJ
La marcia del Davaj, il sacrificio Italiano in Russia
Serata evento: Presentazione dell’ultimo libro di Pino Scaccia e Video-testimonianze di chi è tornato dalla steppa
Forni di Sopra, 12 settembre 2020
Un incontro con la Storia, per ricordare le vicende di quel freddo inverno del ‘43 che ha visto la nostra miglior gioventù annullata nel (e dal) gelo della steppa; un evento per tramandare alle giovani generazioni il valore dell’impresa e il ricordo di questi nostri ragazzi, mandati a lottare contro un nemico altrettanto giovane, ma meglio equipaggiato e preparato per una guerra così dura, in un ambiente così ostile.
Pino Scaccia, giornalista e inviato RAI, aprirà la serata con un video messaggio che lancerà la presentazione del suo ultimo di 5 libri dedicati all’ARMIR (l’esercito Italiano che partì per la Russia nell’estate del ‘42). Il libro è una raccolta di testimonianze, memoriali, racconti finora nascosti nei cassetti, che meritavano di veder la luce, per congelare nel tempo il ricordo di quei giovani eroi. A presentare il libro Renza Martini, studiosa esperta delle vicende dell’ARMIR, che ha collaborato alla ricerca documentale e alla stesura del libro.
Ad accrescere ancor più il valore dell’evento ci saranno i video-racconti e memoriali di alcuni reduci, tra cui Umberto Cicigoi, recentemente intervistato da Alessandra Cella (nipote di un Artigliere Alpino che come Umberto era nel Gruppo Conegliano, della gloriosa Julia).
“L’incontro con un reduce che combatté fianco a fianco con un proprio parente ormai è diventata, per ragioni anagrafiche, un’impresa quasi impossibile.” riferisce Alessandra “Dopo aver incontrato Berto e sentito il suo racconto, è nata l’idea di organizzare un evento dove la presentazione del libro venisse accompagnata dai racconti dei Reduci, alla presenza di una persona che potesse anche rispondere ad eventuali domande sulla ricerca dei propri cari, morti o dispersi in Russia. Questo perché ci sono ancora tante famiglie che si chiedono cosa ne è stato dei propri cari. Io stessa,” conclude Alessandra “ho ricevuto preziosi documenti dalla Russia, grazie alle indicazioni ricevute da Renza su come e chi contattare, quindi questa serata è anche per aiutare chi volesse intraprendere una ricerca sulle vicende che hanno visto coinvolto un proprio caro”.
Concluderà la serata l’intervento di Paolo Verdoliva, Presidente dell’Associazione degli Alpini di Gorizia, città dalla quale il Conegliano partì verso la steppa, nell’agosto del ‘42.
L’Evento si terrà a Forni di Sopra (UD), nella Ciasa dai Fornes, sabato 12 settembre alle ore 17:00.
Per garantire il rispetto delle misure anti-Covid sarà obbligatorio l’uso della mascherina ed è consigliata, ma non obbligatoria, la prenotazione del posto in sala, scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per ricevere il link al modulo on-line (https://forms.gle/ZsnEBqGE17qoBJGCA).
Dante Comoretto è "andato avanti"
Lutto a Forni di Sopra per la scomparsa di Dante Comoretto, storico Capogruppo degli Alpini e figura molto nota ed amata in tutta la Carnia.
Ottobre 2020, Dante, 82 anni, lottando fino alla fine contro una malattia, è "andato avanti" nella propria casa attorniato dai suoi cari. Era un considerato uno dei pilastri della comunità fornese, Capogruppo degli Alpini dal 2000, è stato un importante riferimento per il Gruppo A.N.A. all’interno del quale ha promosso una lunga serie di iniziative.
Associazione Nazionale Alpini
Gruppo di Forni di Sopra
IL GRAVITY PARK al North East Bike Festival
Il Gravity Park di Forni di Sopra presentato al North East Bike Festival 2020 di Monfalcone.
Il gruppo di Forni For Bike e la Rete di imprese Forni di Sopra - Dolomiti in tutti i sensi hanno presentato il nuovo Gravity Park friulano durante la manifestazione dedicata agli amanti della bicicletta di tutto il Nordest e dell’area-compasso confinante della Slovenia, Croazia e Austria.
Il Bike Festival del 17-18 ottobre 2020 è dedicato al mondo della bicicletta, in particolare la Mountain Bike, l'evento è organizzato in collaborazione con il comune di Monfalcone con l'obiettivo di richiamare gli appassionati di bicicletta provenienti da tutta Italia e dai paesi confinanti e far conoscere le realtà presenti nel territorio regionale. Presente alla kermesse anche la Rete Bike FVG presieduta da Marco Maieron. Qui in foto con il Sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint e l'organizzatore Lorenzo Orlando:
La prima presentazione pubblica del nuovo Gravity Park del Varmost, entrato in funzione nel luglio 2020, è stata curata dai ragazzi di Forni For Bike, diretti dall'istruttore di MTB Manuel Albanese, mediante video, pannelli informativi e materiale promozionale.
SCOPRI IL GRAVITY PARK DI FORNI DI SOPRA
AMPLIAMENTI PER LA PISTA DI FONDO
NOVITÀ PER GLI AMANTI DELLO SCI DI FONDO A FORNI DI SOPRA
Sono iniziati i lavori di manutenzione e ampliamento della pista da fondo in località Santaviela, di fronte alle seggiovie del Varmost e che si snoda lungo il fiume Tagliamento per 13 chilometri.
A comunicarlo il sindaco di Forni di Sopra Marco Lenna, con l'entusiasmo di chi avvia un cantiere sapendo che sarà un servizio aggiuntivo fondamentale per l'offerta turistica del proprio Comune
“Con questi interventi la nostra località si porrà con maggior impatto competitivo ed offrirà servizi sportivi e di intrattenimento di assoluta novità ed efficacia, ad inaugurare la nuova stagione invernale”.
La pista a fondovalle, per lo sci di fondo, spiega il sindaco, sarà usufruibile anche in notturna e gli amanti dello sci nordico più esperti potranno raggiungere anche l’area biathlon ad aria compressa dove potranno allenarsi al tiro al poligono seguiti da un maestro. Per chi volesse sciare in notturna, l'anello di 1200 metri è aperto dalle ore 18 alle 20 di ogni mercoledì e venerdì (in stagione).
Gli anelli di fondo di Forni di Sopra sono adatti ad ogni esigenza di sciatore, dai più esperti ai principianti, offrendo percorsi diversificati. Il percorso totale raggiunge i 13 chilometri, mentre il percorso illuminato si snoda in 1200 metri. La pista è sempre ben innevata, grazie all'impianto di innevamento artificiale oggetto potenziamenti.
GUARDA IL VIDEO:
La pista è inserita nel Dolomiti Nordic Ski, il circuito internazionale di piste da fondo più grande d'Europa, area di allenamento per i campioni di casa Martin Coradazzi e Daniele Cappellari, azzurri della Squadra Italiana di Fondo e Biathlon. L'anello è anche omologato FIS per gare internazionali a livello europeo ed ha ospitato gare ufficiali di Coppa Europa.
Il centro fondo di Forni di Sopra è gestito dalla Società Sportiva Fornese, in collaborazione con il Comune e PromoturismoFVG.
A questa si aggiungerà un’ulteriore novità per lo sci da discesa sul Varmost”: entro l'anno sarà a disposizione degli amanti dello sci da discesa la variante Plan dei Pos che andrà ad aggiungersi ai percorsi già conosciuti. Leggi la notizia...
AL VIA LA NUOVA PISTA DI SCI SUL VARMOST
AL VIA NUOVA PISTA DI SCI SUL VARMOST
Novità per lo sci da discesa a Forni di Sopra: dopo la chiusura forzata per la pandemia, dalla stagione sciistica 2021-2022 sarà a disposizione degli amanti dello sci da discesa la pista variante denominata "Plan dai Pos", che scende sulla spalla del Monte Simon ad una quota di 2000 metri.
La nuova pista del Varmost, variante della pista V3, è lunga 850 metri e si aggiunge ai percorsi già conosciuti che scendono da 2100 a 900 metri, i più lunghi della regione Friuli Venezia Giulia.
La pista Plan dai Pos, novità inverno 2022 di PromoTurismoFVG, presenta una difficoltà media e si dirama a destra della pista "Varmost 3" Crusicalas. E' inserita con cura nell'ambiente naturale del Monte Simon e presenta scorci panoramici sulle Dolomiti e sul comprensorio.
Dalla pista, il panorama verso ovest è a dir poco mozzafiato: si stagliano nel cielo i colossi monti dolomitici Civetta, Pelmo, Antelao, Tre cime di Lavaredo e Marmarole. Verso sud lo spettacolo delle Dolomiti più selvagge: quelle friulane. La nuova pista, dopo alcuni cambi di pendenza e varie curve molto ampie e ben sciabili, si ricollega alla Varmost 3 nei pressi di malga Varmost. D'estate la nuova pista diventa un indispensabile pascolo prativo a supporto della Malga Varmost.
Mappa aggiornata piste sci Forni di Sopra - Varmost
Nell'attesa di mettere presto gli sci, fai una sciata virtuale sul Varmost, guarda il video:
NUOVA PISTA DI FONDO A 1500 M. DI QUOTA
Lo sci nordico sale in quota! Da quest'anno sarà possibile sciare sull’anello “Laghetti Val” a quota 1500, nel comprensorio sciistico del Varmost, a Forni di Sopra.
La lunghezza della pista sfiora i 1000 metri, per 6 metri di larghezza ed è usufruibile sia da agonisti che da sciatori principianti e bambini.
Il nuovo anello per lo sci di fondo e ciaspole gira attorno ai laghetti antistanti alla baita ristorante "La Suita" e vanta soprattutto un panorama unico sulle guglie dei Monfalconi e Dolomiti Friulane.
Guarda il video sci di fondo in quota a Forni di Sopra
L’accesso all’anello è gratuito, raggiungibile con le cjaspole per gli sportivi più allenati, con la seggiovia per i più. A proposito di seggiovia, per la stagione invernale alle porte, PromoturismoFVG ha provveduto a sostituire le attuali sedute con nuove più confortevoli e kid stop per la sicurezza dei bambini. Sempre sul Varmost, all’apertura degli impianti, prevista per l’8 dicembre 2020, sarà inaugurata la variante Plan dei Pos, presso Malga Varmost, lunga 850 metri, che andrà ad aggiungersi ai percorsi già conosciuti sul comprensorio scoprila qui...
LEGNOLANDIA AVVIA EUROSTRATEX
La Famiglia De Santa, proprietaria dell'azienda Legnolandia di Forni di Sopra acquisita l'ex Stratex di Sutrio e completa la filiera del legno.
Gli imprenditori friulani hanno deciso di scommettere ancora una volta su se stessi, sulla Carnia e sul legno dei boschi della montagna friulana e fondano l'Eurostratex
I proprietari di Legnolandia, l'azienda di Fornese che produce arredi per esterno, parchi gioco e costruzioni in legno, nonostante l'anno difficile, hanno dato vita a Euxostratex, newco che ha rilevato l'ex stabilimento Stratex di Sutrio completando così, con la produzione di travi lamellari e pareti a telaio, la propria filiera, che oggi va dal bosco al prodotto finito, conta su 55 dipendenti totali e tre stabilimenti (a Forni di Sopra, Villa Santina e Sutrio).
Da un lato gli ampi spazi di crescita nel settore della bioedilizia, dall'altro la messa in vendita dell'ex Stratex da parte del gruppo torinese Bodino, che l'aveva acquisita tre anni fa, hanno permesso di mettere a segno l'investimento: «Il rischio che a comprare fossero competitor austriaci o trentini, magari solo con l'obiettivo di chiudere eliminando un concorrente, ci ha spinti ad avviare un'intensa trattativa per l'acquisizione» comunica il presidente Giovanni De Santa, affiancato dal padre Marino nel ruolo di A.D. «L'abbiamo finalizzata ad agosto e oggi a Sutrio impieghiamo 15 persone, ma l'obiettivo, a 6-8 mesi, è di raddoppiare l'occupazione».
Lo stabilimentoEurostratex di Sutrio:
La storia imprenditoriale della famiglia De Santa affonda le radici indietro nel tempo fino al 1830. Quest'anno sono dunque 190 anni di attività, celebrati con la nascita della nuova impresa Eurostratex sorella di Legnolandia.
De Santa chiude il 2020 come «un anno positivo, nonostante le limitazioni. Avremo, forse, un lieve calo di fatturato derivato dal breve fermo del lockdown, durato due settimane in produzione e sei nei cantieri». Nel 2019, Legnolandia ha fatturato quasi 6 milioni di euro, realizzati al 70% in Italia e al 30% all'estero, mercato sul quale l'azienda punta molto, come dimostrano le tante attività messe in campo proprio in funzione dei mercati oltre confine: dai cataloghi in 6 lingue alle comunicazioni mirate. Molte le commesse di prestigio, come quella in corso per l'Expo di Dubai e come la Radura della Memoria realizzata su progetto dell'archistar Stefano Boeri sotto il ponte di Genova. Punto di forza dell'impresa è l'origine della materia prima, che in origine era scandinava e oggi invece all'80% è locale. Target che i De Santa vogliono portare ora anche in Eurostratex dove però sono necessari investimenti in tecnologia, da realizzarsi possibilmente con il sostegno della Regione, da sempre sensibile al tema, non ultimo perché far crescere la filiera bosco legno significa far crescere a cascata lavorazioni, indotto e occupazione. «Puntiamo a modernizzare gli impianti nel segno di una maggiore efficenza, resa a metro cubo e flessibilità della produzione che il mercato vuole sempre più personalizzata» fa sapere ancora l'imprenditore. A questo si aggiunga come detto la valorizzazione del legno locale, petrolio sotto i piedi della Carnia che da anni – fatta salva l'esperienza positiva di Legnolandia la nostra montagna sottoutilizza. «Quello che viene prelevato finisce per lo più in Austria, pagato 4 soldi, senza lasciare nulla al territorio. Con Legnolandia prima e ora anche con Eurostratex vogliamo cambiare le carte in tavola – conclude De Santa - . Basti un dato: il legno venduto in tronchi vale al nostro territorio 50 euro al metro cubo, che diventano 600 euro se trasformato in lamellare».
Lo stabilimento Legnolandia a Forni di Sopra:
FIUME TAGLIAMENTO
Il Fiume Tagliamento scorre selvaggio dalle Dolomiti al mar Adriatico.
Il fiume Tagliamento è considerato come uno degli ultimi fiumi davvero naturali in Europa e per molti è uno dei fiumi più belli al mondo.
Foto sopra: il Fiume Tagliamento a Forni di Sopra nei pressi del Dolomiti Adventure Park
Nasce poco a nord ovest dell'abitato di Forni di Sopra (Udine) l'ultimo grande fiume dell’Europa centrale che ancora scorre liberamente. Il suo greto ghiaioso può essere visto addirittura dal satellite, a disegnare un vero e proprio corridoio per le specie in migrazione. Il fiume Tagliamento scorre per 178 chilometri dalle Dolomiti Friulane al Mare Adriatico, la sua sorgente si trova vicino al passo della Mauria. Per l’elevata qualità idromorfologica e l’unicità del suo ecosistema fluviale è definito “il re dei fiumi alpini”. È un corridoio ecologico che raccorda la regione alpina con il litorale friulano e veneto.
Il Comitato Scientifico della Società Alpina Friulana ha raccolto la preziosa collaborazione delle sezioni CAI rivierasche (San Vito al Tagliamento, Codroipo, Spilimbergo, San Daniele del Friuli, Gemona del Friuli, Tolmezzo e Forni di Sopra) per promuovere un percorso di conoscenza, studio e sensibilizzazione intorno al fiume. Il progetto “I segreti del Tagliamento”, partito nel mese di aprile, proseguirà fino a ottobre 2021con conferenze ed escursioni naturalistico-culturali, guidate dagli esperti di ciascuna sezione nelle aree di loro competenza. I partecipanti scoprirannop così le caratteristiche del paesaggio, la storia naturale che lo ha formato e plasmato, le trasformazioni prodotte dall’uomo, le storie e le leggende che hanno intessuto le sue acque. Ci racconteranno del rapporto esistente tra gli elementi naturali e umani, che rendono il fiume Tagliamento un ambiente dinamico, vivo e vitale, in continua evoluzione.
Nella valle di Forni di Sopra, la prima che il fiume Tagliamento incontra lungo il suo corso è possibile ammirarlo in tutta la sua bellezza selvaggia. In periodi di poca portata diventa un richiamo per bambini ed adulti che si rinfrescano nelle fredde acque (temperatura inferiore ai 10 gradi anche d'estate). La rete dei sentieri, i percorsi di Mountain Bike, le gite a cavallo e la pista invernale per lo sci di Fondo si sviluppano lungo l'alveo del Tagliamento offrendo, oltre allo sport, anche dei suggestivi scorso naturalistici e paesaggistici.
Foto sopra: il Fiume Tagliamento all'altezza di Forni di Sopra - Dolomiti Friulane
Il Fiume tagliamento richiama studiosi da tutto il mondo:
In Friuli giungono professori e gruppi di studio da università europee, soprattutto alpine, ma anche dalle Montagne Rocciose degli Stati Uniti, per vedere com’è fatto e per avere una forma di confronto ed ispirazione per riportare allo stato naturale fiumi ormai compromessi in altre parti del mondo.
Alcune università, come quella di Erfurt, organizzano ogni anno delle settimane di studio per gli studenti e per far incontrare sul Tagliamento esperti europei durante quelle che chiamano ‘Alpine Rivers Conferences’.
Il fiume Tagliamento à uno degli ultimi fiumi europei a conservare il suo corso originario. Si può ammirare il suo corso sinuoso con le acque limpide e chiare circondate da un ampio letto di ghiaie.
Nasce lungo la strada che porta al Passo della Mauria, a 1.195 m di altitudine, poco a nord di Forni di Sopra nelle Dolomiti Friulane o d'Oltre Piave. Il punto preciso della sorgente si trova in Comune di Lorenzago di Cadore (regione Veneto). Lungo il suo scorrere attraversa prima la valle di Forni di Sopra per proseguire attraverso la Carnia e tutta la provincia di Udine diventando per molti tratti il confine naturale con la provincia di Pordenone.
Nel tratto medio-basso del suo percorso, il fiume Tagliamento determina il confine tra la regione Friuli Venezia Giulia e Veneto, sfociando nel mar Adriatico, precisamente nel Golfo di Venezia tra Lignano Sabbiadoro (UD) e Bibione (VE).
A monte, lungo la valle di Forni di Sopra, la portata d'acqua è ovviamente ridotta vista la vicinanza della sorgente. I primi affluenti sono il torrenti: Tòr, Fossiana, Giaf, Tollina e numerosi altri rivoli dall'acqua limpida e pulita.
Il Fiume Tagliamento all'altezza di Invillino- Ponte Strada Provinciale 72. Sullo sfondo le Dolomiti Friulane
Lungo lo scorrere nella bassa friulana, il punto più stretto dell'alveo raggiunge i circa 150 m di larghezza alla stretta di Pinzano, dove il fiume ha scavato il suo passaggio fra le rocce. Il letto è costituito da diverse rocce calcaree, dolomia ma anche arenaria ed elementi di origine vulcanica. Essendo questa ghiaia molto permeabile, assorbe facilmente le acque, che pertanto diminuiscono sensibilmente di portata lungo tutto il corso dell’alta pianura.
Il fiume Tagliamento viene ritenuto un ecosistema estremamente prezioso ed interessante, essendo considerato l’ultimo corridoio fluviale morfologicamente intatto delle Alpi. Infatti per buona parte del corso, ed in particolare nel medio tratto fino a Pinzano, l’intervento invasivo dell’uomo è stato pressoché nullo e le dinamiche fluviali presentano un grado di naturalità unico in Europa. Grazie a questa sua caratteristica, il Tagliamento viene studiato da università ed istituti di ricerca di tutto il mondo, ed è stato preso a modello per interventi di ri-naturalizzazione fluviale.
Icorso del Fiume Tagliamento nel medio Friuli.
Fauna ittica del Tagliamento: Nelle acque del Tagliamento si trova un'importante varietà di pesci, che comprende varie specie come la Trota Fario, la Trota Marmorata, la Lasca, il Varione, lo Scazzone e la Lampreda Padana.
Affluenti: I principali affluenti del Tagliamento sono: il torrente Tolina, il torrente Lumiei con la diga di Sauris; il torrente Degano;il torrente But; il fiume Fella; il torrente Leale; il torrente Arzino, il torrente Cosa; il torrente Ledra; il fiume Varmo.
Dal punto di vista morfologico, il Fiume Tagliamento si caratterizza per la sua dinamica a canali intrecciati: numerosi navigli d’acqua si intrecciano su di un letto ghiaioso molto ampio. La varietà di specie vegetali presenti nel Tagliamento è notevole: la maggior ricchezza si ha nella parte di medio corso compresa tra Amaro e Cornino, nei cui pressi c’è un’importante riserva naturale. L’alveo del fiume si comporta come un corridoio naturale sia longitudinale che latitudinale, che mette in comunicazione gli habitat tipicamente montani con quelli della pianura.
Il regime del Fiume Tagliamento è assai irregolare e per questo motivo viene classificato fra i fiumi a carattere torrentizio.
La Regione Friuli Venezia Giulia sostiene la candidatura del bacino del Tagliamento a “Riserva della biosfera dell’Unesco", avanzata dal WWF european alpine programme (Ealps), attraverso la stipula di un protocollo d’intesa con il Veneto, i Comuni, i Gruppi di azione locale (Gal), le associazioni ambientaliste e altri soggetti portatori di interesse.
Il Fiume Tagliamento nei pressi di San Michele al Tagliamento, l'ansa è sul confine tra Friuli Venezia Giulia e Veneto.
All'inizio del 2021 è nato un Comitato Pro Tagliamento Unesco con sede a Ragogna.
L’associazione persegue per il bene comune finalità di interesse generale sia paesaggistico-ambientale sia storico-culturali in relazione al Medio Corso del Fiume Tagliamento, nel perseguimento dell’iscrizione al Patrimonio dell’Umanità UNESCO quale sito misto sia naturale sia culturale. I soci fondatori sono dieci persone delle più varie estrazioni sociali e anche professionali, residenti su entrambe le sponde del principale fiume, sia nel Friuli Centrale sia in quello Occidentale, e tengono molto sia all’ambiente e al paesaggio sia alla storia e alla cultura del Friuli e del suo popolo.