GIOVANNI M. ANCIUTI

Giovanni Maria Anciuti, Anziutti

il famoso costruttore di strumenti musicali.

Ricerca di: Francesco Carreras, Cinzia Meroni

L’attività di costruttore di strumenti a fiato di Giovanni Maria Anciuti (Forni di Sopra 1674 - Milano 1744) si svolse prevalentemente a Milano ma, come sarà dimostrato nel seguito, i suoi rapporti con Venezia, e col paese d'origine, Forni di Sopra, furono frequenti per ragioni professionali e famigliari.

particolare strumento giovanni maria anciuti

L’eccezionale maestria e l’inventiva che Giovanni Maria Anciuti impiegava nella fabbricazione di strumenti a fiato, utilizzando spesso materiali preziosi quali l’avorio e l’argento o l’essenze, rare al tempo, del palissandro e del grenadiglio, e la raffinatezza dell’esecuzione costruttiva ricca di soluzioni originali fanno di questa figura milanese uno dei più noti e apprezzati costruttori di strumenti musicali della prima metà del Settecento.

oboe particolare giovanni maria anciuti chiaveMolto è già stato scritto su questi aspetti del lavoro di Anciuti, che non saranno quindi ripresi in questo articolo. Tuttavia, questo famoso costruttore era fino ad oggi conosciuto solo per i numerosi strumenti che portano il suo nome. Nessun documento o indizio a lui riferibile era mai emerso, nonostante intense ricerche negli archivi di Milano e altrove. Si ipotizzava che il cognome Anciuti potesse essere uno pseudonimo, coniato sulla parola ancia. La presenza di un leone alato di San Marco, simbolo di Venezia, su molti dei suoi strumenti poteva richiamare un legame commerciale con la Serenissima.

Tutte queste considerazioni, corredate da una lista di tutti gli strumenti noti di Anciuti, sono esposte ed ampliate nell’articolo sull’oboe d’avorio del Museo Civico del Castello Sforzesco a Milano. Queste ipotesi sono state nel tempo riprese in diversi cataloghi di musei, in repertori e articoli, ultima in ordine di tempo la pubblicazione redatta in occasione della mostra Meraviglie Sonore, tenuta a Firenze nell’autunno del 2007. Le date impresse sugli strumenti conosciuti di Anciuti vanno dal 1709 al 1740 ed è appunto intorno a questo arco temporale che si svolse presumibilmente l’attività produttiva del costruttore. Solo su due strumenti compare il nome completo “Ioannes Maria Anciuti” [Anciutus sul flauto dolce doppio], mentre su tutti gli altri è inciso solo «Anciuti» e molto spesso l’anno di fabbricazione.

Ricerche sui costruttori di strumenti a fiato a Milano e scoperta del primo documento su Giovanni Maria Anciuti. Queste erano dunque le informazioni disponibili su Anciuti all’inizio del 2007, quando ha preso avvio una ricerca sistematica sui costruttori milanesi di strumenti a fiato, con l’obiettivo di ricostruire e documentare la storia della produzione dei fiati, avendo come base di partenza i pochi studi su Milano. Per il Settecento poi, su cui si sono concentrate le prime indagini, esistevano al momento di iniziare questo progetto solo scarne informazioni relative a pochi nomi. L’attenzione è stata focalizzata inizialmente sugli archivi parrocchiali dei quartieri intorno al Duomo, su atti di varia natura dell’archivio di stato e della biblioteca Trivulziana. E’ proprio dall’esame di alcuni fondi notarili di fine Seicento che è emerso un documento contenente il nome di Giovanni Maria Anciuti, che ha permesso di avviare un filone di ricerche da cui sono scaturiti risultati concreti relativamente alla sua identità e attività: è stata, infatti, rinvenuta la dotis confessio della sua futura sposa, datata Milano, 30 ottobre 1699. Conservato tra gli atti del notaio milanese Francesco Domenico Poroli, questo documento, che rimane l’unico atto notarile relativo a G. M. Anciuti finora conosciuto in ambito milanese, ha fornito alcune informazioni fondamentali, a partire dalle quali è stato possibile tracciare un percorso di ricerca che si è sviluppato in più direzioni.

Alla dotis confessio, che reca la data del 7 ottobre 1699 in Milano, si legge: In nome d’Iddio. Con la presente che havrà forza di pubblico Instromento. L’infrascritto Signor Giacinto Vanotti figlio del quondam Ambrosio qual abita in P. O. [Porta Orientale] P. [Parrocchia] di S. Salvatore in Zenodochio di questa Città, promette di dare la Signora Giuliana sua figlia per Legittima Consorte al Signor Giovanni Maria Anciuti figlio del Signor Antonio del Loco della Pieve del Forno di Sopra Stato Veneto, e che di presente dimora in P. R. [Porta Romana] P. [Parrocchia] di S. Satiro di Milano qui presente, e che promette di ricevere la D.a [Detta] Signora Giuliana Vanotti per sua Legittima Moglie Servata però prima la dovuta Solennità della S. Madre Chiesa, e del Sacro Concilio Tridentino. Con dote da lire Mille in denari contanti moneta di Milano dico £ 1000 Imperiali da pagarseli nell'atto che seguirà il Matrimonio, oltre la scharpa con un abito di Sposa ed altre cosse per uso d'essa Signora Giuliana per l'importanza in tutto di lire Cinquecento Imperiali, a qual effetto dovrà seguire la stima d’un perito confidente d'ambe le parti, per inserirle nell’Instromento dotale nel quale detto Signor Giovanni Maria dovrà obbligarsi per la restituzione tanto delle dette lire Mille, quanto della detta Scharpa, Vestito ed altro da stimarsi come sopra, o del loro valore sino al compimento della medesima somma in caso detta dote si debba restituire perché così. Et in oltre il Signor Giovanni Maria dovrà costituire a detta dote un augumento de lire Trecento Imperiali, qual dovrà subire l'istesso privilegio di dote, come sin d'hora per allora costituisse detto aumento di £ 300, succedendo però il Matrimonio. Che la suddetta dote di £ 1500 Imperiali compreso la Scharpa, e Vestito e come sopra si è per piena e compita satisfatione di tutto ciò che detta Signora Giuliana e detto Signor Giovanni Maria suo futuro consorte possino havere pretendere e conseguire da detto Signor Giacinto e sua Casa tanto per raggione Paterna quanto Materna in Causa di dote e suoi dipendenti ancorché potesse dirsi che le altre sorelle di detta Signora Giuliana avessero avuto, o fossero per havere, maggior dote, mentre si dichiara che detti Signori Giovanni Maria, e Giuliana debbano restar taciti e contenti della dote come sopra costituita nella suddetta somma di £ 1500 Imperiali rinunciando per tale effetto alla disposizione di qualunque lege, o statuto che parlasse in contrario, per essersi di ciò avuto particolar riguardo nel concordare e stabilire il Matrimonio salva però la Raggione alla detta Signora Giuliana e suoi figli se ne havrà per la successione nell'heredità paterna, e materna egualmente con le altre sorelle o come sarà di Raggione in caso che il Padre e la Madre di detta Signora Giuliana morissero senza far testamento. Che il presente si debba ridurre a pubblico Instromento per la sua total osservanza alla quale fra tanto l'una e l'altra parte vicendevolmente si obbliga anche sotto lite. Et in fede. Io Giacinto Vanotto affermo e prometto come sopra Io Giovanni Maria Anciuti affermo e prometto come sopra.

Ecco dunque delinearsi un primo quadro e precisarsi i contorni attorno alla figura di questo eccezionale artefice, tanto noto ed apprezzato per i suoi raffinatissimi strumenti quanto sfuggente sotto il profilo della ricostruzione biografica. In primo luogo, appare chiaro come quello di Anciuti non sia uno pseudonimo di derivazione professionale (da ancia), bensì un nome proprio, non presente a Milano in quanto originario della Carnia. Viene offerta, poi, una delle possibili ragioni del legame di Anciuti con la città di Milano, ossia il matrimonio contratto con una giovane donna milanese, Giuliana (anche nota come Giulia) Vanotti di Giacinto, oltre che un terminus ante quem dell'effettivo trasferimento di Giovanni Maria a Milano, sotto la parrocchia di S. Satiro. La consistenza stessa della dote, considerando anche l'«augumento de lire Trecento Imperiali» da parte dello stesso Anciuti, permette di formulare una prima ipotesi su quale dovesse essere il suo status sociale all'epoca del matrimonio. Una stima approssimativa del valore attuale di 1500 lire imperiali può essere ricavata rapportando tale cifra alla paga mensile di un suonatore professionista che nel primo Settecento poteva andare dalle 18 alle 24 lire mensili. Utilizzo degli indizi raccolti per avviare un piano di ricerche su Anciuti: le ricerche a Forni di Sopra Ma il dato più importante, che emerge da questo documento, è quello della provenienza di Giovanni Maria Anciuti, nativo «della Pieve del Forno di Sopra» (oggi Forni di Sopra, in provincia di Udine) nello Stato Veneto, che permette di chiarire le ragioni della presenza, quasi costante, nel marchio apposto ai suoi strumenti del leone alato di S. Marco, simbolo della Repubblica di Venezia, relativamente al quale l'ipotesi finora più accreditata era quella che Anciuti lavorasse su commissione o sotto il patrocinio della Repubblica Veneta.15 Sembra che anche l'immagine impressa sopra al nome sugli oboi d'avorio senza data di Parigi e di Londra,16 interpretata prima come la raffigurazione di un uccello, rappresenti con ogni probabilità ancora un leone.17 Il dato della provenienza, assieme all'identificazione della paternità di Giovanni Maria Anciuti, ha reso disponibili le coordinate necessarie per l'avvio della ricerca, che si sarebbe dovuta svolgere a Forni di Sopra e a Udine. Sfortunatamente, il 18 agosto del 1748 una disastrosa alluvione ha distrutto tutta la documentazione conservata fino a quella data presso l'Archivio Plebano di Forni di Sopra, che avrebbe potuto fornire a questa ricerca informazioni relative almeno al primo ventennio circa di vita di Anciuti, quasi sicuramente trascorso nel luogo natale. Oltretutto, tutti i documenti posteriori a quella data sono di relativo interesse ai fini della ricostruzione della vita e dell'attività di Anciuti che, come si vedrà più avanti, morì a Milano nel 1744. Indicazioni di carattere più generale sugli Anciuti sono emerse dal Registro dei morti conservato presso l'Archivio Plebano di Forni di Sopra, che, pur partendo dal 1748, elenca personaggi nati dal 1693 in avanti. Dall'analisi di questo registro sono emersi due ceppi di Anciuti, conosciuti oggi come Anziutti ramo Colet-Timilin e ramo Piretu, quest'ultimo riconducibile18 ai discendenti dei primi cugini di Giovanni Maria Anciuti, e non a lui stesso in quanto Giovanni Maria era l'unico figlio maschio della sua famiglia. Una visita a Forni di Sopra effettuata nel 2008 ha permesso di individuare molte delle proprietà elencate nell'inventario redatto alla morte del padre di Giovanni Maria.

 Scarica qui la ricerca completa di Francesco Carreras e Cinzia Meroni su Giovanni Maria Anciuti...



 


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