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Forni di Sopra Dolomiti Friulane

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Sabato, 06 Maggio 2017 21:26

LE CHIESE DI FORNI DI SOPRA

Le Chiese di Forni di Sopra, monumenti storici nelle Dolomiti Friulane

 

CHIESA PARROCCHIALE SANTA MARIA ASSUNTA, frazione Cella a Forni di Sopra

chiesa parrocchiale s maria assunta forni di sopra

A Forni di Sopra, in corrispondenza d’una strettoia nell’abitato di Cella (quota m.901) sorge la Chiesa Parrocchiale.
La prima notizia d’una chiesa in questo sito risale al 1205, quando gli archivi registrano le dispute tra i due Forni per stabilire la preminenza d’una delle due parrocchie. Ad averla vinta fu Forni di Sotto, dalla cui Parrocchia Forni di Sopra si staccò definitivamente solo nel 1445, quando già l’edificio originario era stato completamente rifatto. Il grande edificio attuale è del 1835-41, il campanile (che è il più alto della Carnia) fu iniziato nel 1776 e terminato nel 1860.
Questa chiesa è interessante, più che non per se stessa, per quanto contiene, e cioè tre bellissimi altari lignei dei Comuzzi.
Il più pregevole, il primo a sinistra (1646), racchiude un’ancora di Domenico da Tolmezzo (circa 1500). Quest’ultima non è firmata ma l’attribuzione a Domenico è ormai accettata da tutti gli studiosi.
E’ a dieci scomparti, su due piani. In mezzo, sopra il Cristo morto tra i Santi Gregorio Magno, Lorenzo, Vito e Maurizio a mezza figura. Sotto, i Santi Sebastiano, Giovanni Battista, Giacomo Maggiore e San Rocco (o sant’Osvaldo). E’ opera della piena maturità di Domenico, ormai libero dal gotico e capace di esprimersi in modo essenziale e vivace. Al centro, dove forse c’era un Cristo flagellato, c’è una Madonna dello stesso Comuzzi, scultore dell’altare: è firmata e datata. E’ opera sobria e rigorosa: la Madre severa e imponente, ma dal panneggio aggraziato, il Bambino in atteggiamento vivace e spontaneo.
Il secondo altare, quello del Rosario, è subito dopo, sempre a sinistra. E’ dei Comuzzi e forse in esso si trovava la Madonna ora visibile nel precedente. In questo altare si vedono 15 medaglioni rappresentanti i misteri del Rosario.
Il terzo altare è sulla parete di destra ed è sempre della bottega dei Comuzzi, ma è meno bello dei precedenti. Sotto la mensa dell’altare si trovano le reliquie di San Teodoro, che hanno una curiosa storia. I resti di questo Santo, rinvenuti in una catacomba romana, furono donati dal Pontefice al Sacerdote Giovanni Colman nel 1842, per la Parrocchiale di Forni di Sopra. Qui però non si potè dare subito degna collocazione alle reliquie, che vennero affidate al Convento delle Clarisse di Udine. Passarono quindi di mano in mano, finchè Forni le riottenne con un processo, ponendole infine, opportunamente restaurate, nella Parrocchiale nell’anno 1898. In Sagrestia sono visibili due statuine di legno sempre del Comuzzi, San Domenico e Santa Teresa, che probabilmente si trovavano ai lati della Madonna sull’altare del S.Rosario. Sulla parete a sinistra, Crocifisso di legno del sec.XV. L’attuale altare maggiore è del 1900 ed è opera dell’architetto Elia D’Aronco, le statue sono di Pochero Celestino.
L’organo, di Beniamino Zanin di Codroipo, fu messo in sede nel 1895. Gli affreschi del coro, infine, salvo quelli del catino dell’abside, sono opera giovanile di Fred Pittino. Il piazzale conteneva l’antico cimitero; da esso si ammira lo stupendo scenario (da sinistra) della Val di Suola, del M. Cimacuta, incombente sulla valle del Tagliamento, dei Monfalconi di Forni e del Cridola (m.2581).


SANTUARIO MADONNA DELLA SALUTE, frazione Vico a Forni di Sopra

santuario madonna della salute forni di sopra

Nell'Anno del Signore 1511 un pellegrino transitò per Forni di Sopra, avendo come meta la locale Chiesa di San Floriano Martire ed il Santuario di Sant'Osvaldo Re e Martire di Sauris di Sotto. Egli portò l'annuncio della peste che infieriva su vastissime zone al di qua e al di la dell'Arco Alpino nonché in vaste aree d’Europa, decimando le popolazioni. I Fornesi, terrorizzati, si appellarono alla protezione Divina mediante l'intercessione della Beata Vergine Maria promettendole, come voto qualora fossero stati preservati dalla pestilenza, di dedicarle una Cappella. Ottenuto il sospirato beneficio, fedeli alla loro promessa onorarono riconoscenti il voto fatto. Nell'Anno Domini 1515, tra l'attuale Santuario della Madonna della Salute ed il Torrente Tollina costruirono un “Oratorio Campestre”, da subito chiamato “al Capitèl dala Madona dala Salût”, dove raffigurarono la Madonna della Salute con ai lati i Martiri Rocco e Sebastiano. La notizia del voto e del modesto Oratorio si sparse velocemente nelle vicine zone di Cadore, Carnia e Val Tramontina e questo divenne oggetto di numerosi pellegrini per una preghiera, un'invocazione, per chiedere una grazia. La costruzione, pur trovandosi vicino al Torrente Tollina venne risparmiata da diverse calamità naturali, anche da quella del 18 agosto 1748 nota ai Fornesi per la “Stua dala Tulìna” che portò grande distruzione.
Verso la metà dell'Ottocento, quando comunque già da tempo le pertinenze della Cappella non riuscivano a contenere le grandi manifestazioni di fede nei confronti della Madonna della Salute, il Parroco dell'epoca Don Niccolò Sala, concorde con la sua Comunità Parrocchiale, inviò all'Arcivescovo di Udine Monsignor Zaccaria Bricito la richiesta volta ad ottenere l'autorizzazione per costruire un Santuario capiente. Era il 22 Gennaio del 1849. Il 31 dello stesso mese l'Arcivescovo autorizzò la costruzione dell’edificio e diede a Don Niccolò il permesso di benedire la posa della pietra d'angolo. Alle ore 10:00 del 1° novembre 1849 venne benedetta e posta in opera la prima pietra e negli anni successivi continuarono i lavori di realizzazione. Il 19 dicembre 1851 la Curia Arcivescovile autorizzò il trasferimento del prezioso affresco della Madonna della Salute con i Santi Rocco e Sebastiano dalla Cappella al Santuario in costruzione. La Sacra effigie venne tolta con scrupolo e traslata nella nuova Chiesa il 31 luglio 1852 ma, nonostante le grandi attenzioni, gli affreschi ai lati della Vergine andarono perduti. Di San Rocco, a sinistra è ora visibile solo la mano, mentre a destra si notano ora solo un ginocchio e parte di due frecce di San Sebastiano. Il 03 Agosto 1852 la Curia autorizzò il Parroco a benedire il nuovo Santuario: il 24 Ottobre dello stesso anno l'edificio di culto venne inaugurato e si celebrò la prima Messa Solenne.
Nel corso del Novecento sono state realizzate le altre pitture presenti nella Chiesa, come anche qualche modifica relativa agli arredamenti interni. Per perpetuare i valori della venerazione dei Martiri Rocco e Sebastiano (le cui effigi erano andate perdute), la Parrocchia diede l’incarico ad un pittore, rimasto ignoto, di realizzare un dipinto su tela che li raffigurasse assieme a Maria Vergine col Bambino, tela poi appesa nel nuovo Santuario sopra la porta della sacrestia. I Fornesi, mèmori di un antico voto, imploravano la protezione di San Rocco: il 16 agosto, giorno della sua ricorrenza, Santa Messa Solenne in suo onore e Processione preceduta dal gonfalone bifacciale decorato con le immagini della Madonna della Salute, di San Rocco, Sant’Antonio Abate e di San Floriano. In quel giorno la tela, da sopra l’ingresso della sacrestia veniva posta sopra l’affresco della Madonna della Salute, costituendone la pala dell’altare. Nel corso degli anni, purtroppo, quella devozione al Martire Rocco è venuta meno e, nel 1958, la tela è stata spostata nella Chiesa Parrocchiale dove arredava la cappella dell’ex altare maggiore “di San Piêri e Pauli”. Il 02 Giugno 2015, il dipinto è stato tolto dalla Cappella della Chiesa Parrocchiale dov’era posto ed è stato riportato alle origini, nel Santuario della Madonna della Salute proprio sopra la porta della sacrestia. Il terremoto del 06 Maggio 1976 lasciò evidenti segni del suo passaggio, segni poi cancellati con il necessario totale restauro della Chiesa avvenuto tra la fine del 2008 e l'estate del 2010. La benedizione dello splendido, e caro ai Fornesi, Santuario restaurato è avvenuta l'11 Settembre 2010 con una magnifica cerimonia alla presenza dell'Arcivescovo Monsignor Andrea Bruno Mazzocato e di moltissima gente. Il completo restauro fortemente voluto dal compianto Parroco Padre Renzo Bon e dai suoi Parrocchiani, ha permesso di ridonare all’edificio, nella sua semplicità, lo splendore delle origini. Da tempo immemore il Santo Rosario del mese di Maggio viene recitato davanti l'effigie della Madonna della Salute; da sempre i bambini della Prima Comunione, prima di portarsi in Processione alla Chiesa Parrocchiale, si raccolgono al cospetto del prezioso affresco, come pure l'8 Settembre i pastori rientrati dalle Malghe il giorno precedente si raccoglievano, fino a qualche decennio fa, nello stesso Santuario.


CHIESA DI SAN GIACOMO, frazione Vico a Forni di Sopra

chiesa san giacomo forni di sopra

La chiesa originaria risaliva al sec.XIV, ma essa subì varie trasformazioni e rimaneggiamenti, e di quell ’edificio rimane probabilmente solo una parte della facciata sotto il portico. La chiesa è a pianta rettangolare, con campanile aggiunto (1928) e con sagrestia a sinistra.
La facciata presenta un campaniletto a vela monoforo, del sec.XVI e un portico alquanto inconsueto, perché a unico spiovente; due colonnine e una trave lo appoggiano al muretto, che ha aperture laterali. La parte inferiore della facciata, che è appunto la più antica, ha due finestre con grate molto particolari e un bel portoncino gotico a sesto acuto, che porta un’ iscrizione – “Questa chiesa fu costruita l’ ultimo giorno di maggio del 1461” – e un’ elegante decorazione a bassorilievo con fogliame e spirali; c’è chi dice che tale portale facesse parte d’un preesistente castello della zona. Sempre sotto il portico, residui di affreschi.
L’ interno è privo di testimonianze interessanti, a esclusione d’un volto affrescato emerso sulla parete sinistra.
All’ altare maggiore, una Madonna in trono col Bambino, San Giovanni Nepomuceno (invocato durante le inondazioni) e San Rocco (invocato durante le epidemie); fu dipinta non molto dopo il 1748, anno appunto di un’ alluvione.
Curiosità. Notare la pietra su cui posa il muretto del portico a sinistra. Forse è una roccia affiorante, forse una pietra di costruzione d’ un edificio ancora più antico?
La campana originale, detta “Giacomina” si trova attualmente nella torre del vecchio Municipio. Tale campana, del sec.XV, è una delle poche salvate dalle requisizioni compiute dai tedeschi nel 1918, che avevano bisogno di bronzo per la fabbricazione di cannoni.


CHIESA DI SAN FLORIANO frazione Cella a Forni di Sopra, monumento nazionale.

chiesa san floriano forni di sopra

Questa chiesetta, monumento nazionale, è posta su uno sperone, in vista del corso del Tagliamento (le cui sorgenti sono poco a monte del paese). Si ha notizia di una chiesa in questo sito già relativamente al 1309 ma la costruzione che oggi vediamo è in sostanza della seconda metà del sec.XV. E’ a pianta rettangolare, col presbiterio a pianta quadrata. La facciata, intonacata e con pietre angolari a vista, ha un campaniletto a vela rialzato, a monofora, molto antico. Il tetto é ricoperto da scandole di legno. La costruzione ha orientamento est-ovest, ripetendo quindi quello dell’edificio originario che, in base a ciò, è confermato essere molto antico. L’interno è una festa per gli occhi e lo spirito, grazie agli affreschi di Gianfrancesco da Tolmezzo e alla rara e rutilante pala del Bellunello. Nel soffitto, diviso in quattro grandi losanghe convergenti verso un bottone centrale, ci sono i Dottori della Chiesa: Ambrogio, Agostino, Gerolamo e Gregorio Magno, che sono tra le cose più belle del Maestro per il modellato possente e i colori squillanti. Nei quattro triangoli, otto mezzi busti di giovani valletti reggono lunghissimi filatteri a volùte, che si direbbero però di mano di qualche allievo, per la minore pregnanza costruttiva. In una galleria a portico sono i 12 Apostoli preceduti da San Floriano. Questo Santo, che veniva ritenuto protettore contro gli incendi e le inondazioni, era molto popolare in Carnia e in tutto il Friuli. Nato nel Norico e convertitosi al Cristianesimo, incontrò il martirio mentre si recava a Lorch, nel tentativo di salvare dall’eccidio quaranta correligionari condannati a morte. Fu flagellato e ucciso, e il corpo gettato nel fiume Enns. Le figure di questi affreschi sono possenti, dalle forti caratterizzazioni somatiche e dai colori scuri e precisi. Nel piano superiore c’è un loggiato con Santi a mezzo busto. Nella parete nord: Pantaleone, Giovanni Battista, Sebastiano, Rocco e Vitale. Nella parete interrotta dalla finestra, e che forse è la più bella: Bernardo, Francesco, Gottardo e Nicolò. Nella parete sud: Osvaldo, Lorenzo, Antonio Abate. L’intradosso ci presenta otto Sante, figurette fresche e vivaci. C’è chi ha pensato alla presenza, qui, del Pordenone come aiuto di Gianfrancesco da Tolmezzo.
La pala del Bellunello, ritrovata dopo un furto subito nel 1972, è un polittico a otto scomparti, con elegante cornice dell’epoca. A destra in basso ci sono la firma e la data: 1480. Ci presenta San Floriano vestito da cavaliere, con un modellino di castello in preda alle fiamme nella mano destra. Il fuoco era uno dei grandi flagelli di tutti questi paesi di montagna, a causa delle costruzioni quasi interamente di legno e dei lunghi mesi di freddo che costringevano a tenere il focolare quasi sempre acceso. Ai lati, alcune figure a tre quarti: Sant’Orsola e le compagne, Santa Caterina d’ Alessandria con Santa Barbara e Santa Dorotea.
Nel secondo piano, a mezzo busto, i Santi Nicolò, Antonio Abate a sinistra, San Vilfredo e Sant’Osvaldo a destra. In alto, nelle cuspidi, Cristo risorto con ai lati l’ Arcangelo Gabriele e l’ Annunciata. E’ una delle opere più compiute e meglio conservate del Bellunello. In questa chiesa ci sono celebrazioni solenni il giorno di San Floriano, il 4 di maggio. Curiosità: in uno degli affreschi a destra della porticina d’ ingresso laterale, è rappresentata una chiesa che, a quanto si tramanda, è la raffigurazione della Parrocchiale com’era all’epoca dell’affresco stesso. Nei periodi estivi, al suo interno, vengono allestite delle mostre sacre a cura della parrocchia di Forni di Sopra.


 CHIESA DEI SANTI VITO, MODESTO E CRESCENZA, frazione di Andrazza a Forni di Sopra.

chiesa san vito forni di sopra

Il primo di agosto del 1626 i borghigiani di Andrazza manifestarono alla Comunità il desiderio di avere una loro chiesa da dedicare ai Santi martiri Vito, Modesto e Crescenza. La chiesa sorse vicino alla strada antica, posizionata con l’altare verso il sorgere della vita. Mentre la chiesa prendeva volto lo scultore Gerolamo Comuzzo di Gemona del Friuli creava l’altare, il gioiello che oggi si ammira. Il progetto venne concretizzato in tempi brevi: rettangolare con la piccola sagrestia sul lato destro, intonacato e con il tetto molto spiovente. La facciata mostra l’ingresso, due finestre con gli elementi in pietra scalpellati senza pretese e il campaniletto monoforo. La chiesa venne consacrata nel giugno del 1637. La pennellata di luce che entra dal portone aperto mette in evidenza il pavimento lastricato di pietra nera e rossa; il minuscolo presbitero custodisce l’apprezzabile altare ligneo del Comuzzo e comunica con la sagrestia attraverso una porticina che invita ad un doveroso inchino. Il soffitto della navata, umile e raccolto, mostra la pittura settecentesca raffigurante le Tre Persone Trinitarie. Ogni anno il 15 giugno, festa di San Vito, viene celebrata la Santa Messa solenne serale. Il Santo Vito ebbe da Crescenza il latte e da Modesto l’istruzione. I tre personaggi sono legati da un destino comune, il martirio. Si racconta che Vito ancora giovane subì il carcere in Sicilia nel 294, venne poi liberato dall’ intervento Divino e si stabilì in Lucania assieme alla nutrice ed al maestro. Diocleziano lo conobbe e lo perseguitò per non aver rinnegato la fede.


 Bibliografia: "Le nostre Chiese" di Luciana Pugliese


 

Le fantastiche guglie delle Dolomiti Friulane.

Monti di Tor, gruppo del Cridola a Forni di Sopra. Punta Savorgnana, m. 2360, ascensione partendo dal Rifugio Giaf.

VIDEO DOLOMITI FRIULANE - D'OLTREPIAVE:

 

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  • IL CENTRO VISITE DEL PARCO DELLE DOLOMITI FRIULANE:  Giugno e Luglio 2025, aperto Sabato e Domenica 10.00-12.00 / 15.30-18.30. Da Sab 26 luglio 2025 a Dom 7 settembre 2025, aperto TUTTI I GIORNI 10.00-12.00 / 15.30-18.30. Settembre 2025: Aperto la Domenica 10.00-12.00 / 15.30-18.30
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Sabato, 26 Gennaio 2019 14:39

GIOVANNI MARIA ANCIUTI

Giovanni Maria Anciuti, Anziutti

il famoso costruttore di strumenti musicali.

Ricerca di: Francesco Carreras, Cinzia Meroni

L’attività di costruttore di strumenti a fiato di Giovanni Maria Anciuti (Forni di Sopra 1674 - Milano 1744) si svolse prevalentemente a Milano ma, come sarà dimostrato nel seguito, i suoi rapporti con Venezia, e col paese d'origine, Forni di Sopra, furono frequenti per ragioni professionali e famigliari.

particolare strumento giovanni maria anciuti

L’eccezionale maestria e l’inventiva che Giovanni Maria Anciuti impiegava nella fabbricazione di strumenti a fiato, utilizzando spesso materiali preziosi quali l’avorio e l’argento o l’essenze, rare al tempo, del palissandro e del grenadiglio, e la raffinatezza dell’esecuzione costruttiva ricca di soluzioni originali fanno di questa figura milanese uno dei più noti e apprezzati costruttori di strumenti musicali della prima metà del Settecento.

oboe particolare giovanni maria anciuti chiaveMolto è già stato scritto su questi aspetti del lavoro di Anciuti, che non saranno quindi ripresi in questo articolo. Tuttavia, questo famoso costruttore era fino ad oggi conosciuto solo per i numerosi strumenti che portano il suo nome. Nessun documento o indizio a lui riferibile era mai emerso, nonostante intense ricerche negli archivi di Milano e altrove. Si ipotizzava che il cognome Anciuti potesse essere uno pseudonimo, coniato sulla parola ancia. La presenza di un leone alato di San Marco, simbolo di Venezia, su molti dei suoi strumenti poteva richiamare un legame commerciale con la Serenissima.

Tutte queste considerazioni, corredate da una lista di tutti gli strumenti noti di Anciuti, sono esposte ed ampliate nell’articolo sull’oboe d’avorio del Museo Civico del Castello Sforzesco a Milano. Queste ipotesi sono state nel tempo riprese in diversi cataloghi di musei, in repertori e articoli, ultima in ordine di tempo la pubblicazione redatta in occasione della mostra Meraviglie Sonore, tenuta a Firenze nell’autunno del 2007. Le date impresse sugli strumenti conosciuti di Anciuti vanno dal 1709 al 1740 ed è appunto intorno a questo arco temporale che si svolse presumibilmente l’attività produttiva del costruttore. Solo su due strumenti compare il nome completo “Ioannes Maria Anciuti” [Anciutus sul flauto dolce doppio], mentre su tutti gli altri è inciso solo «Anciuti» e molto spesso l’anno di fabbricazione.

Ricerche sui costruttori di strumenti a fiato a Milano e scoperta del primo documento su Giovanni Maria Anciuti. Queste erano dunque le informazioni disponibili su Anciuti all’inizio del 2007, quando ha preso avvio una ricerca sistematica sui costruttori milanesi di strumenti a fiato, con l’obiettivo di ricostruire e documentare la storia della produzione dei fiati, avendo come base di partenza i pochi studi su Milano. Per il Settecento poi, su cui si sono concentrate le prime indagini, esistevano al momento di iniziare questo progetto solo scarne informazioni relative a pochi nomi. L’attenzione è stata focalizzata inizialmente sugli archivi parrocchiali dei quartieri intorno al Duomo, su atti di varia natura dell’archivio di stato e della biblioteca Trivulziana. E’ proprio dall’esame di alcuni fondi notarili di fine Seicento che è emerso un documento contenente il nome di Giovanni Maria Anciuti, che ha permesso di avviare un filone di ricerche da cui sono scaturiti risultati concreti relativamente alla sua identità e attività: è stata, infatti, rinvenuta la dotis confessio della sua futura sposa, datata Milano, 30 ottobre 1699. Conservato tra gli atti del notaio milanese Francesco Domenico Poroli, questo documento, che rimane l’unico atto notarile relativo a G. M. Anciuti finora conosciuto in ambito milanese, ha fornito alcune informazioni fondamentali, a partire dalle quali è stato possibile tracciare un percorso di ricerca che si è sviluppato in più direzioni.

Alla dotis confessio, che reca la data del 7 ottobre 1699 in Milano, si legge: In nome d’Iddio. Con la presente che havrà forza di pubblico Instromento. L’infrascritto Signor Giacinto Vanotti figlio del quondam Ambrosio qual abita in P. O. [Porta Orientale] P. [Parrocchia] di S. Salvatore in Zenodochio di questa Città, promette di dare la Signora Giuliana sua figlia per Legittima Consorte al Signor Giovanni Maria Anciuti figlio del Signor Antonio del Loco della Pieve del Forno di Sopra Stato Veneto, e che di presente dimora in P. R. [Porta Romana] P. [Parrocchia] di S. Satiro di Milano qui presente, e che promette di ricevere la D.a [Detta] Signora Giuliana Vanotti per sua Legittima Moglie Servata però prima la dovuta Solennità della S. Madre Chiesa, e del Sacro Concilio Tridentino. Con dote da lire Mille in denari contanti moneta di Milano dico £ 1000 Imperiali da pagarseli nell'atto che seguirà il Matrimonio, oltre la scharpa con un abito di Sposa ed altre cosse per uso d'essa Signora Giuliana per l'importanza in tutto di lire Cinquecento Imperiali, a qual effetto dovrà seguire la stima d’un perito confidente d'ambe le parti, per inserirle nell’Instromento dotale nel quale detto Signor Giovanni Maria dovrà obbligarsi per la restituzione tanto delle dette lire Mille, quanto della detta Scharpa, Vestito ed altro da stimarsi come sopra, o del loro valore sino al compimento della medesima somma in caso detta dote si debba restituire perché così. Et in oltre il Signor Giovanni Maria dovrà costituire a detta dote un augumento de lire Trecento Imperiali, qual dovrà subire l'istesso privilegio di dote, come sin d'hora per allora costituisse detto aumento di £ 300, succedendo però il Matrimonio. Che la suddetta dote di £ 1500 Imperiali compreso la Scharpa, e Vestito e come sopra si è per piena e compita satisfatione di tutto ciò che detta Signora Giuliana e detto Signor Giovanni Maria suo futuro consorte possino havere pretendere e conseguire da detto Signor Giacinto e sua Casa tanto per raggione Paterna quanto Materna in Causa di dote e suoi dipendenti ancorché potesse dirsi che le altre sorelle di detta Signora Giuliana avessero avuto, o fossero per havere, maggior dote, mentre si dichiara che detti Signori Giovanni Maria, e Giuliana debbano restar taciti e contenti della dote come sopra costituita nella suddetta somma di £ 1500 Imperiali rinunciando per tale effetto alla disposizione di qualunque lege, o statuto che parlasse in contrario, per essersi di ciò avuto particolar riguardo nel concordare e stabilire il Matrimonio salva però la Raggione alla detta Signora Giuliana e suoi figli se ne havrà per la successione nell'heredità paterna, e materna egualmente con le altre sorelle o come sarà di Raggione in caso che il Padre e la Madre di detta Signora Giuliana morissero senza far testamento. Che il presente si debba ridurre a pubblico Instromento per la sua total osservanza alla quale fra tanto l'una e l'altra parte vicendevolmente si obbliga anche sotto lite. Et in fede. Io Giacinto Vanotto affermo e prometto come sopra Io Giovanni Maria Anciuti affermo e prometto come sopra.

Ecco dunque delinearsi un primo quadro e precisarsi i contorni attorno alla figura di questo eccezionale artefice, tanto noto ed apprezzato per i suoi raffinatissimi strumenti quanto sfuggente sotto il profilo della ricostruzione biografica. In primo luogo, appare chiaro come quello di Anciuti non sia uno pseudonimo di derivazione professionale (da ancia), bensì un nome proprio, non presente a Milano in quanto originario della Carnia. Viene offerta, poi, una delle possibili ragioni del legame di Anciuti con la città di Milano, ossia il matrimonio contratto con una giovane donna milanese, Giuliana (anche nota come Giulia) Vanotti di Giacinto, oltre che un terminus ante quem dell'effettivo trasferimento di Giovanni Maria a Milano, sotto la parrocchia di S. Satiro. La consistenza stessa della dote, considerando anche l'«augumento de lire Trecento Imperiali» da parte dello stesso Anciuti, permette di formulare una prima ipotesi su quale dovesse essere il suo status sociale all'epoca del matrimonio. Una stima approssimativa del valore attuale di 1500 lire imperiali può essere ricavata rapportando tale cifra alla paga mensile di un suonatore professionista che nel primo Settecento poteva andare dalle 18 alle 24 lire mensili. Utilizzo degli indizi raccolti per avviare un piano di ricerche su Anciuti: le ricerche a Forni di Sopra Ma il dato più importante, che emerge da questo documento, è quello della provenienza di Giovanni Maria Anciuti, nativo «della Pieve del Forno di Sopra» (oggi Forni di Sopra, in provincia di Udine) nello Stato Veneto, che permette di chiarire le ragioni della presenza, quasi costante, nel marchio apposto ai suoi strumenti del leone alato di S. Marco, simbolo della Repubblica di Venezia, relativamente al quale l'ipotesi finora più accreditata era quella che Anciuti lavorasse su commissione o sotto il patrocinio della Repubblica Veneta.15 Sembra che anche l'immagine impressa sopra al nome sugli oboi d'avorio senza data di Parigi e di Londra,16 interpretata prima come la raffigurazione di un uccello, rappresenti con ogni probabilità ancora un leone.17 Il dato della provenienza, assieme all'identificazione della paternità di Giovanni Maria Anciuti, ha reso disponibili le coordinate necessarie per l'avvio della ricerca, che si sarebbe dovuta svolgere a Forni di Sopra e a Udine. Sfortunatamente, il 18 agosto del 1748 una disastrosa alluvione ha distrutto tutta la documentazione conservata fino a quella data presso l'Archivio Plebano di Forni di Sopra, che avrebbe potuto fornire a questa ricerca informazioni relative almeno al primo ventennio circa di vita di Anciuti, quasi sicuramente trascorso nel luogo natale. Oltretutto, tutti i documenti posteriori a quella data sono di relativo interesse ai fini della ricostruzione della vita e dell'attività di Anciuti che, come si vedrà più avanti, morì a Milano nel 1744. Indicazioni di carattere più generale sugli Anciuti sono emerse dal Registro dei morti conservato presso l'Archivio Plebano di Forni di Sopra, che, pur partendo dal 1748, elenca personaggi nati dal 1693 in avanti. Dall'analisi di questo registro sono emersi due ceppi di Anciuti, conosciuti oggi come Anziutti ramo Colet-Timilin e ramo Piretu, quest'ultimo riconducibile18 ai discendenti dei primi cugini di Giovanni Maria Anciuti, e non a lui stesso in quanto Giovanni Maria era l'unico figlio maschio della sua famiglia. Una visita a Forni di Sopra effettuata nel 2008 ha permesso di individuare molte delle proprietà elencate nell'inventario redatto alla morte del padre di Giovanni Maria.

 Scarica qui la ricerca completa di Francesco Carreras e Cinzia Meroni su Giovanni Maria Anciuti...



 

Domenica, 02 Aprile 2023 22:25

PARCO AVVENTURA FORNI DI SOPRA

DOLOMITI ADVENTURE PARK

A Forni di Sopra vi aspetta il parco avventura più grande del nord est!

Guarda il video!

 

Il Dolomiti Adventure Park, situato in uno splendido boschetto sulle sponde del fiume Tagliamento, è dotato delle più moderne ed esclusive attrazioni “naturali” ovvero sistemi di passaggio in altezza tra un albero e un altro mediante funi, passerelle, reti, pioli e teleferiche.

 

Calendario e orari parco avventura Forni di Sopra estate 2024
25 aprile e 1 maggio siamo aperti 10:00-18:00
Maggio tutte le domeniche 10:00-18:00
Giugno, luglio, agosto 10:00-19:00
dal 2 al 6 settembre tutti i giorni 14:00-18:00
we settembre 10:00-18:00
6, 13 e 20 ottobre 10:00-18:00

 

dolomiti adventure park forni di sopra

 

Ma l'attrazione assoluta e più adrenalinica, in esclusiva nazionale, è il Powerfan. Si tratta di un sistema che permette di tuffarsi dalla cima di un albero con un salto nel vuoto di quindici metri. L’offerta è studiata anche per i bimbi più piccoli: 70 piazzole raggruppate in 8 percorsi. Dal percorso per bimbi fino a 2 anni a quello per ragazzi o adulti, dal più semplice al più avventuroso, e mentre i più piccoli possono divertirsi tra i gonfiabili del Fantasy Park, i ragazzi più temarari possono cimentarsi nelle scalate più impegnative luno la Ferrata sportiva Adventure Climb Varmost Adventure Climb Varmost. E' un'eccitante avventura in completa sicurezza assicurati attraverso imbracature fornite dall'organizzazione

Il Dolomiti Adventure Park di Forni di Sopra è il più grande parco avventura del nord est italia in grado di soddisfare ogni aspettativa:gli ospiti più piccoli potranno provare l'ebrezza dei itinerari più semplici, gli adulti e i ragazzi più coraggiosi troveranno di che divertirsi sui vari tracciati a loro dedicati.

Ideale per gruppi e centri estivi, anche al di fuori dai giorni e dagli orari di apertura. I nostri istruttori guideranno i ragazzi per tutta l'attività, garantendo uno standard di sicurezza altissimo.

Scopri di più sul parco avventura di Forni di Sopra...

 

dolomiti adventure park forni di sopra dolomiti

 

 

Domenica, 05 Giugno 2022 07:09

FESTA DELLE ERBE A FORNI DI SOPRA

Festa delle Erbe di primavera, Forni di Sopra 7-8 e 14-15 giugno 2025.

Alle erbe spontanee è dedicata una delle feste più amate della montagna Friulana: la Festa delle Erbe di Primavera.

Due fine settimana nelle Dolomiti con un programma ricco di attività: escursioni guidate, mostre, degustazioni, animazione per i bimbi, musica e tanta gastronomia in tutti i ristoranti.

 

Fiore all’occhiello della montagna friulana, Forni di Sopra è tra le località più apprezzate dalle famiglie ed è proprio qui che nel cuore di una conca ampia e soleggiata fioriscono in estate centinaia di specie di erbe e fiori. Tramite splendide passeggiate botaniche si potranno scoprire i doni della montagna imparando a riconoscere i fiori e le piante officinali.

Programma Festa delle Erbe 2025 Forni di Sopra:

locandina Festa delle erbe Forni di Sopra 

Eventi organizzati da:
Pro Loco, Comune Forni di Sopra, Rete d'Imprese Dolomiti in tutti i sensi, Associazioni di volontariato.

 PIATTI  A BASE DI ERBE Forni di Sopra

 

festa delle erbe 2020 fienagione

 

Non solo passeggiate tra i sentieri della montagna friulana. La festa delle Erbe prevede anche mostre dove osservare come le tradizioni si sono conservate negli anni e per imparare storie tramandate sull’uso delle erbe. Il nuovissimo Orto Botanico, realizzato dalla pro Loco, consentirà di conoscere ed ammirare le principali erbe spontanee di Forni di Sopra. Non può mandare la visita all'Ecomuseo Fornese con i suoi sette percorsi tra i quali il Nuovo Percorso Sensoriale Natura che si sviluppa lungo il sentiero dei bambini. 

Ma la Festa delle Erbe è soprattutto una festa per il palato: in occasione della manifestazione, i ristoranti di Forni di Sopra offrono menù speciali, per gustare le erbe spontanee delle Dolomiti. Le erbe di montagna verranno sapientemente distribuite in piatti particolari per far scoprire sapori nuovi ed indimenticabili. Si possono trovare tutte le proposte di menu sulla pagina Facebook dell’evento.

Sapori inaspettati in luoghi magnifici, questi sono gli ingredienti della Festa delle Erbe, un’occasione unica per conoscere ed assaporare la piacevolezza della montagna friulana.

 

mascotte festa delle erbe forni di sopra

 

Forni di Sopra una rete di sentieri consente di apprezzare sia gli aspetti naturalistici che quelli antropici dell’ambiente alpino presentando sempre riferimenti concreti sul territorio. La forma delle montagne, la vegetazione molto diversificata, le tracce degli animali e la vicinanza delle sorgenti del fiume Tagliamento rappresentano i temi naturalistici principali; la presenza di antiche stalle, ruderi e pascoli abbandonati raccontano invece la storia dell’uomo in questa valle. Passeggiate semplici con poche salite su strade forestali: il “primo contatto” ideale dei bambini con la montagna.

 

fiori festa delle 9erbe forni di sopra primavera

 

 

INFORMAZIONI SULLA FESTA DELLE ERBE:

LOGO PRO LOCO FORNI DI SOPRA

Pro Loco Forni di Sopra: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Promo Turismo

INFOPOINT 

Via Cadore, 1
I - 33024 Forni di Sopra (UD)
tel. +39 0433 886767
fax +39 0433 886686
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Erbario Forni di Sopra

Domenica, 11 Febbraio 2018 05:28

MUSEO ETNOGRAFICO, FILO DEI RICORDI

Museo Etnografico di Forni di Sopra

Filo dei Ricordi, esposizione di oggetti, utensili, tessuti ed arredi di una volta...

Storia, descrizione orari di apertura e foto museo di Forni di Sopra.

La seicentesca casa rurale della "Busa", un tempo alloggio di uomini e animali, dove accanto ai lavori agricoli non mancavano quelli legati al ferro e alle fibre tessili, è stata oggetto di un recente restauro. Con la sua apertura al pubblico la struttura abitativa è stata nominata "Ciasa dai Fornés" e al piano terra ospita una esposizione intitolata "Il filo dei ricordi".

Fino allo scoppio della Grande Guerra la vita socio economica degli abitanti della Carnia era caratterizzata principalmente da due attività lavorative, l'agricoltura e la tessitura, che si alternavano e si intersecavano fra di loro nei diversi mesi dell'anno.

In inverno i "Cràmars" (dai Canali di Gorto e San Pietro) e i "Tesseri" o "Tisidous" (dai canali di Socchieve e del Tagliamento) emigravano verso le terre della Serenissima e degli Asburgo. Questi artigiani lavoravano in casa le materie prime necessarie alla tessitura, ricavate dalle attività lavorative dell'epoca o dalla natura: la lana proveniva dalle numerose pecore, la canapa ed il lino dai campi della valle e le caratteristiche tinte gialle, verdi e rosse ricavate dai vegetali.

Nel museo troverai esposti raffinati indumenti, strumenti di lavoro, coperte dai tipici disegni, tessuti colorati e arredi. Spiccano inoltre i delicati ricami ad ago e uncinetto legati alle "doti" femminili.

Una parte del museo è poi dedicata alla produzione familiare degli esclusivi "scarpéts": tipica calzatura carnica di velluto prodotta assieme alle floreali ciabatte. La lavorazione di queste calzature è fatta esclusivamente a mano, dalle suole trapuntate alla tomaia, al ricamo, un vero e priprio prodotto da boutique!

museo_etnografico_forni_di_sopra-ciasa-dai-fornes

Ingresso gratuito

Fuori stagione turistica il museo è visitabile su prenotazione
c/o PromoTurismoFVG Forni di Sopra
Tel. +39 0433886767

Museo "Il filo dei ricordi"
Via Nazionale - fraz. Cella
33024 Forni di Sopra


Alcune foto del museo di Forni di Sopra, "Filo dei ricordi":

museo etnografico filo dei ricordi forni di sopra

Museo forni di sopra filo dei ricordi

 Museo forni di sopra filo dei ricordi

Giovedì, 11 Maggio 2017 04:59

DOLOMITI FRIULANE

LE DOLOMITI FRIULANE

Le Dolomiti Friulane sono senza dubbio le montagne più selvagge tra le catene Dolomitiche. Situate lontano da strade, strutture ed impianti, sono poco frequentate ed offrono paesaggi davvero unici. Anche per questo sono state insignite del prestigioso titolo di Patrimonio Naturale dell'UNESCO.

Se cerchi un luogo in cui vivere le Dolomiti nel silenzio assoluto, le Dolomiti Friulane sono il posto giusto per te! Le guglie, i pinnacoli, le praterie alpine più selvagge non si raggiungono in macchina o con la telecabina ma bensì a piedi, percorrendo i sentieri del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, sempre ben segnalati. Rifugi e bivacchi offrono ristoro e pernottamento al cospetto delle creste e forcelle dei "monti pallidi" come vengono chiamate le Dolomiti.

Le Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave si presentano come un gruppo montuoso unitario e compatto, una suggestiva successione di picchi e cime che regala panorami mozzafiato e scenari selvaggi ed inaspettati.

 

Qui puoi scaricare la mappa delle Dolomiti Friulane...

DOLOMITI FRIULANE UNESCO

Le Dolomiti Friulane si contraddistinguono per un elevato grado di wilderness. Qui, più che in altri luoghi, è possibile ammirare tutta la potenza della natura con modesti segni di antropizzazione.

Ma dove si trovano le Dolomiti?

Le Dolomiti si trovano nel nord-est dell’Italia, nello specifico nelle provincie di Udine, Pordenone, Belluno, Bolzano e Trento. l'UNESCO che ha deciso di inserire le Dolomiti fra i siti naturali patrimonio dell'umanità, per le loro particolarità geologiche e paesaggistiche, uniche al mondo.

In questa mappa è possibile vedere dove sono dislocati tutti i sistemi dolomitici UNESCO 

mappa sistemi dolomitici unesco dolomites

Clicca sulle mappe cartine delle Dolomiti per ingrandire

mappa dolomiti friulane unesco

LA MAPPA DELLE DOLOMITI FRIULANE

Il sistema Dolomitico numero 4 (Dolomiti Friulane e d'Oltre Piave) si estende nelle province di Udine e Pordenone e per un breve tratto anche in quella di Belluno. Ha una superficie di 21.461 ettari ed è racchiuso tra il Piave, l’alto corso del Tagliamento, la Val Tramontina e la Val Cellina.

 

Una delle viste più spettacolari delle Dolomiti Friulane si può avere anche dalla finestra di casa o dell'albergo! La Perla Alpina di Forni di Sopra (UD) consente di godersi un'alba o un tramonto spettacolare sulle Dolomiti Friulane anche dalla piazza centrale del paese. Le pareti nord-est delle Dolomiti Friulane, che sovrastano il paesino di Forni di Sopra, sono le prime ad essere illuminate dal sole di mattina. Il momento in cui il primo sole illumina le Dolomiti è uno straordinario dono della natura. Il fenomeno è chiamato Enrosadira e si ripete ad ogni alba ed ogni tramonto col bel tempo:  la roccia chiara delle Dolomiti assume uno spattacolare colore tra il rosa e l'arancione con sfumature diverse a seconda delle condizioni meteo.

 

dolomiti friulane enrosadira fornidisopra

La grande Forcella Scodavacca, assieme al Campanile di Val Montanaia è uno dei simboli delle Dolomiti Friulane. La forcella è facilmente raggiungibile dal Rifugio Giaf a Forni di Sopra.

 

Quali sono le cime principali delle Dolomiti Friulane?

Da nord a sud ecco il Cridola (2.581 m), i Monfalconi (Cima Monfalcon 2.548 m) – al cui interno si trova lo spettacolare Campanile di Val Montanaia (2.173 m) – gli Spalti di Toro (Cadin di Toro 2.386 m) e il gruppo Duranno (2.652 m)-Cima Preti (2.706 m).

 

Il Parco naturale delle Dolomiti Friulane

L’emozione vi coglie al primo contatto, bastano pochi passi e vi troverete subito in un paradiso naturale incontaminato. Estese vallate, prive di viabilità principale e di centri abitati, si addentrano tra vette dolomitiche elevando il Parco Naturale delle Dolomiti Friulane al grado di “wilderness”, ideale per escursioni di tipo naturalistico ed il trekking. Lontano dalla confusione cittadina e dal logorio della vita moderna, ci si trova in una quiete silenziosa, fattore importante per migliorare la qualità della vita. Camminate contemplative, scalate su roccia; osservare la natura o semplicemente rilassarsi in un dolce far niente.
 

Chi sono i protagonisti del parco delle Dolomiti Friulane? 

Voler volare, è il primo desiderio che vi prende quando osservate in silenzio il maestoso volo dell’aquila reale, unica vera regina di ogni valle. Oppure la voglia di saltare come il branco di stambecchi che potreste incontrare lungo i ripidi sentieri. Tutto il Parco Naturale delle Dolomiti Friulane pullula di vita, è facile incontrare, sul vostro cammino, gruppi di caprioli, camosci e cervi e lei, l'aquila, la regina delle Alpi. Vedere galli forcelli o galli cedroni fuggire al vostro passaggio. Osservare giovani marmotte rincorrersi. Momenti indimenticabili! 
 
 

In volo sulle guglie delle dolomiti friulane

Video delle Dolomiti Friulane: un filo conduttore collega il destino di guglie e pinnacoli dolomitici a quello del nostro pianeta: tutti in equilibrio, ma anche in pericolo a causa delle mutazioni climatiche. Il video "Cacciatori di Guglie" racconta in sintesi l'attività di ricerca dei più suggestivi pinnacoli delle Dolomiti Friulane

Circondato dalle guglie dei Monfalconi, che si stagliano verso il cielo al centro di un catino glaciale, ecco che si innalza, solitario e stupefacente, il Campanile di Val Montanaia, simbolo universale delle guglie dolomitiche. Il campanile di Val Montanaia si può raggiungere anche da Forni di Sopra seguendo l'itinerario: Rifugio Giaf, Forcella Cason, Bivacco Marchi Granzotto, Forcella del Leone, Forcella Cimoliana (impegnativa). La Val di Suola e la Valle di Giaf  sono l'ingresso verso le maestose pareti dei Monfalconi, del Cridola e del Pramaggiore, circondati da guglie infinite. 
 

escursionismo Campanile di Val Montanaia

 

Nella foto qui sotto la vista sulle Dolomiti Friulane dalla malga Varmost a Forni di Sopra quota 1780 m. 

VARMOST VISTA SULLE DOLOMITI FRIULANE

dolomiti friulane forni di sopra

 

Malga Varmost, un luogo speciale per osservare le Dolomiti:

Esiste un luogo unico che consente una vista straordinaria sulle Dolomiti Friulane: La malga Varmost, situata a quota 1800 metri é una vera e propria finestra sulle Dolomiti. Da qui tutti possono ammirare l'intera catena montuosa delle Dolomiti Friulane, dal monte Pramaggiore ai Monfalconi, al gruppo del Cridola e poco più in la, le Tre cime di Lavaredo, la Croda dei Toni ed i grandiosi Antelao, Cristallo, Sorapiss, Pelmo, Civetta, Marmolada. La malga Varmost è facilmente reggiungibile con le omonime seggiovie, d'invermo per sciare e d'estate per le escursioni lungo il sentiero delle malghe ed il panoramico Monte Simon.

dolomiti friulane forni di sopra varmost

 

L’inverno tra neve e ghiaccio nelle Dolomiti Friulane

D’inverno invece, il Parco Naturale delle Dolomiti Friulane brilla di una luce particolare ed il paesaggio diventa fiabesco. Passeggiate con sci da fondo o con racchette da neve, sci alpinismo per luoghi silenziosi e pieni di magia, si organizzano corsi di arrampicata su cascate ghiacciate che rappresentano le attrazioni da brivido che potete provare nei mesi invernali. Riscoprite il lato positivo del sottozero!

L’estate tra profumi e colori delle Dolomiti Friulane

Immaginatevi un cielo blu intenso, valli verde brillante, montagne rosse per il tramonto, sentire il gorgoglio dei limpidi ruscelli: ecco, voi siete nel Parco Naturale delle Dolomiti Friulane. 37.000 ettari di colori e profumi. Rimarrete incantati davanti alla bianca e delicatissima Arenaria di Huter o dalla Genziana di Froelich dall’azzurro intenso, mentre il profumo della natura infonde una sensazione di benssere immediata. Ovunque si respira freschezza, odori forti come il pino mugo, oppure delicati come quello dell’orchidea selvatica.
 

Escursioni nelle Dolomiti Friulane di Forni di Sopra

Partendo da Forni di Sopra, le escursioni nelle Dolomiti Friulane beneficiano del supporto logistico dei rifugi alpini dislocati nel territorio. I sentieri sono ben segnalati e curati dall'Ente Parco Naturale delle Dolomiti Friulane. Questi sono i rincipali itinerari estivi:

Escursioni:
RIFUGIO GIAF (mt.1400)
RIFUGIO FLAIBAN PACHERINI (mt.1587)
CASERA VALMENON o Valbinon (mt. 1778)
ANELLO DI BIANCHI, sentiero panoramico nelle Dolomiti Friulane
FORCELLA SCODAVACCA (O DI GIAF) mt. 2043
CIMA URTISIEL EST (mt. 2120)
BIVACCO "MARCHI - GRANZOTTO" (mt. 2170)
PASSO DEL MUS e FORCELLA DELL’INFERNO (mt.2175)
MONTE CIMACUTA (mt. 2060)
TRUOI DAI SCLOPS, sentiero delle Genziane
MONTE PRAMAGGIORE (mt. 2479)
TACCA DEL CRIDOLA (mt. 2290)
VIA FERRATA CASSIOPEA, Val di Suola, Dolomiti Friulane

TREKKING di Più giorni:
ANELLO DELLE DOLOMITI FRIULANE, spettacolare Trekking nelle Dolomiti più selvagge.
ALTA VIA DI FORNI Spettacolare Trekking tra le Dolomiti e le Alpi Carniche, attorno a Forni di Sopra.
VIA ALPINA, tappe B15 e B16
GEOTRAIL DELLE DOLOMITI, tappe n. 22bis-23-24-25

 Leggi di più sulle escursioni nelle Dolomiti Friulane

 
dolomiti friulane viste da varmost
 

 

CENTRO VISITE DEL PARCO

Il Centro Visite del Parco Naturale Regionale delle Dolomiti Friulane di Forni di Sopra si trova in via Vittorio Veneto 1 ed ospita la Mostra "La vegetazione del Parco". La struttura opera quale laboratorio didattico a carattere botanico, ospitando, tra le altre, mostre temporanee relative a erbe e funghi. 

Leggi di più sul Centro Visite del Parco

 

parco dolomiti friulane

Parco Naturale delle Dolomiti Friulane
Via Vittorio Veneto 1 - Forni di Sopra
Ingresso gratuito
 
logo promoturismo fvg 2021
 
Informazioni Turistiche Forni di Sopra e Dolomiti Friulane
Promoturismo FVG Forni di Sopra:
TEL: +39.0433.886767
EMAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
 
Sabato, 06 Gennaio 2018 05:38

AREA FAUNISTICA PARULANA

Area Faunistica "Parulana" a Forni di Sopra

Orari di apertura e visita:

L'area faunistica è chiusa per manutenzioni straordinarie a seguito dei danni causati dalla tempesta Vaia e dalle straordinarie nevicate dell'inverno 2021

 

L'area faunistica Parulana di Forni di Sopra  è una parentesi di habitat in cui osservare gli animali diviene possibile per tutti.

 

AREA faunistica fornidisopra dolomiti friulane

L'area faunistica di Forni di Sopra é immersa nella natura all'interno del Parco delle Dolomiti Friulane ed offre l possibilità ai visitatori di osservare nel loro ambiente naturale esemplari di lince, volpe, cervo e gufo.

«L’area faunistica Parulana – spiega Ylenia Cristofoli, presidente della Cooperativa Pavees, gestore dell'area – è un habitat all’interno del quale tutti possono osservare gli animali. Elemento indispensabile, durante la visita, è il rispetto per la fauna. Solo garantendo un comportamento idoneo, silenzioso e rispettoso, l’incontro tra uomo e animale può diventare davvero memorabile. L’osservazione non è scontata e può richiedere tempo e pazienza». L’area è stata progettata per permettere ai visitatori di osservare alcune specie faunistiche che, in natura, contano un numero esiguo di esemplari o che spesso hanno abitudini di vita notturne. Le zone dedicate agli animali hanno dimensioni adeguate e sono state realizzare per garantire un alto grado di naturalità e la possibilità, per gli animali, di ripararsi in alcuni luoghi lontani da fonti di disturbo. «Il visitatore – aggiunge  Luca  Sicuro  -  dovrà  impegnarsi  nella  ricerca  degli  animali  (meglio  munirsi  di  un binocolo), con la consapevolezza che sarà certamente gratificato dalla possibilità di osservarli in un ambiente naturale. Sarà possibile portarsi a casa incredibili emozioni, immagini che resteranno impresse nella mente e bellissime fotografie».

Due sono i percorsi didattico/educativi:

il primo (durata circa 1 ora e 30) consiste in una passeggiata “slow” all’interno dell’area mentre il secondo (durata 2 ore e 30) approfondisce gli aspetti legati alla straordinaria biodiversità del sito. L’area faunistica Parulana, di proprietà del Comune di Forni di Sopra, oggi si sviluppa su una superficie di 5 ettari all’interno del Parco delle Dolomiti Friulane, dove possono essere osservati esemplari di lince, volpe, cervo e gufo. Sono tanti i progetti di ampliamento e sviluppo, che prevedono la realizzazione di nuove zone.

L'area faunistica "Parulana" a Forni di Sopra, non è uno zoo! ma una parentesi di habitat in cui osservare gli animali diviene possibile per tutti. Nell'ambito della progettazione, è stato considerato pertanto che alla offerta materiale di animali e ambienti, si accompagni anche un'offerta didattica, che spinga a capire le specie e il loro ruolo nell'ecosistema, ma che spinga anche al rispetto per la fauna e alla consapevolezza che solo attraverso un comportamento idoneo, silenzioso e rispettoso, l'incontro tra uomo e animale diviene possibile e memorabile. Volendo educare alla natura, anche nei nostri recinti l'osservazione degli animali non è scontata, può richiedere tempo e pazienza. Si è voluto che anche nei recinti, l'animale avesse un habitat naturale che gli conservasse la libertà di non mostrarsi; una libertà che dovrebbe insegnare all'utente che l'animale non è una merce in esposizione, ma un regalo della natura. (Dr. Antonio Borgo, esperto faunista).

L'area faunistica di Forni di Sopra è stata progettata con due finalità principali. La prima è quella di far osservare al visitatore alcune specie faunistiche che, in natura, sono presenti con un numero esiguo di esemplari o che hanno abitudini di vita, spesso notturne, che non sempre si conciliano con gli orari preferiti dalla gran parte degli escursionisti. La seconda è quella di avviare dei progetti di studio di specie a rischio, anche per la reintroduzione in natura di esemplari nati in cattività.

Lince lynx lynx fornidisopra dk 33

A questo scopo i recinti che ospitano gli animali hanno dimensioni adeguate a garantire agli “ospiti” un alto grado di naturalità e la possibilità di isolarsi in aree non raggiunte da fonti di disturbo. Il visitatore quindi dovrà impegnarsi nella ricerca degli animali (meglio quindi munirsi di un binocolo), sapendo però che sarà certamente gratificato dalla possibilità di osservare un animale in un ambiente naturale e dal fatto che potrà portarsi a casa, oltre ad immagini impresse nella mente, anche delle bellissime fotografie.

Lungo i percorsi pedonali che corrono paralleli ai vari recinti sono posizionate delle bacheche didattiche dove vengono illustrate la biologia dei vari animali, le loro abitudini ed alcune curiosità che li riguardano. Naturalmente è possibile chiedere di essere accompagnati nella visita da personale preparato sia per guidare bambini e ragazzi in età scolare sia per fornire maggiori informazioni a persone adulte che volessero approfondire le loro conoscenze.

occhi del gufo reale fornidisopra

L’area faunistica “Parulana” si sviluppa oggi su una superficie di 5 ettari nel comune di Forni di Sopra, dove trovano collocazione i recinti degli animali: circa 0,5 ettari per le volpi, circa 2 ettari per i cervi, circa 1 ettaro per la lince oltre ad una voliera per i gufi reali.

Tutti i recinti sono attraversati da un ruscello naturale che garantisce l’acqua fresca corrente a tutti gli animali. Particolarità di questo ruscello sono la portata costante durante tutto l’arco dell’anno e la purezza dell’acqua certificata dalla presenza del gambero di fiume (da qui il nome “Riù dai Giambars”).

 

LEGGI DI PIÙ SUL SITO DEL GESTORE...

 Recapiti Area Faunistica di Forni di Sopra:

tel. 0433 096296 (centro visite)
cell. 3473232130 ( Ylenia Cristofoli, Presidente Pavees Soc Coop)
Per informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
PAVEES SOC. COOP.
Codice Fiscale/ Partita I.V.A. 01988640304
via Sandro Pertini, 1 - 33010 Bordano (UD) -Italy

 


PHOTO GALLERY:

 

POSIZIONE DELL'AREA FAUNISTICA "PARULANA"

L'area è situata in località "Stinsans" a Forni di Sopra (all'inizio del paese per chi proviene da Tolmezzo - Udine). L'accesso all'area avviene attraverso l’edificio biglietteria, centro visite, dove è possibile ricevere informazioni relative principalmente all’area faunistica ma anche a tutte le altre strutture presenti sul territorio comunale e al Parco Naturale Dolomiti Friulane.

panoramica area faunistica Parulana

 

STORIA DELL'AREA FAUNISTICA "PARULANA":

Forni di Sopra fa parte dei Comuni che hanno aderito al Parco Naturale Dolomiti Friulane (prima si chiamava Parco Naturale Prealpi Carniche). Il Parco ha cominciato ad operare come associazione di Comuni mentre è stato istituito in maniera formale con la Legge Regionale 30 settembre 1996, n. 42. Complessivamente l’area protetta ha un’estensione di 37.000 ettari circa dei quali 4.000 circa risultano di proprietà del Comune di Forni di Sopra (area destra Tagliamento) ed è riconosciuta anche come S.I.C. – Siti di Importanza Comunitaria IT 3310001 – Dolomiti Friulane.

 

Carta tecnica area faunistica

 

Il Piano di Conservazione e Sviluppo del Parco delle Dolomiti Friulane, approvato con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 0583 del 16 novembre 1990, ha previsto la realizzazione dell'area faunistica in località Parulana, e come tale è individuata dal vigente Piano Regolatore Comunale di Forni di Sopra.

Il progetto del’Area faunistica ha come scopo l’ampliamento in maniera “qualitativa” l’offerta turistico/ricreativa e didattica proposta da Forni di Sopra, mediante un percorso naturalistico in mezzo ad alcuni degli animali presenti sull’arco alpino : cervo, lince, volpe, rapaci diurni e notturni, tetraonidi, orso.

La scelta del sito deriva da una lunga indagine che i tecnici faunistici dott. Franco Perco e dott. Fabio Perco hanno condotto in sede di redazione del Piano di Conservazione e Sviluppo del Parco. Tale scelta è derivata sostanzialmente dalle caratteristiche proprie dell’area (morfologia, esposizione, copertura boscata, presenza di acqua, ecc.) unite alla sua estensione (oltre 10 ettari) e alla sua vicinanza alla viabilità principale (S.S. n. 52 “Carnica”): l’intento era quello di assicurare strutture idonee ad una permanenza “di qualità” per gli animali ospitati e una grande “visibilità” del complesso verso la potenziale utenza.

 

area faunistica percorsi
 

PROGETTO DELL'AREA:

L’area faunistica “Parulana”, struttura di preparco prevista dal P.C.S. del Parco Naturale Dolomiti Friulane, è stata realizzata nel periodo 2013/2015 attingendo a fondi europei della misura “POR FESR 2007-2013- 2.1.a - Valorizzazione patrimonio naturale” integrati da fondi propri di bilancio del Comune di Forni di Sopra.

L’area faunistica comprende una viabilità interna sia lungo il perimetro esterno sia lungo il perimetro di ogni singolo recinto. Tale viabilità, dotata di punti di osservazione e di riposo, è utilizzata sia dell’utenza, durante l’orario di apertura della struttura al pubblico, sia dagli addetti alla gestione, per il controllo e la manutenzione dei recinti, per l’alimentazione degli animali, per la vigilanza. Tutta l’area è opportunamente attrezzata con cartellonistica esplicativa realizzata con strutture in legno e pannelli illustrativi in tre lingue (italiano - inglese - tedesco). Le aree destinate agli animali sono integrate di strutture in legno adibite a mangiatoie, pedane di stazionamento e ricoveri notturni.
L’area comprende un  un edificio per servizi (ingresso/biglietteria, bar, servizi igienici, ecc.) avente le caratteristiche tipiche dell’edilizia locale: struttura in legno, copertura in scandole di legno, serramenti in legno. Questa bio-costruzione è stata costruita con il coinvolgimento della “Filiera corta dell’Abete Bianco”, è indipendente dal punto di vista energetico grazie ad una elevata qualità dell’isolamento termico, una caldaia a biomassa ed un impianto fotovoltaico grazie al quale sarà possibile alimentare anche la rete di illuminazione pubblica del parcheggio attiguo all’area.

 

area faunistica fabbricato

 

PROGETTO FAUNISTICO: Dr. Antonio Borgo

L'area faunistica Parulana è vista, e viene proposta, non come un giardino zoologico, del quale non ha le finalità, ma come una parentesi di habitat in cui osservare gli animali diviene possibile per tutti. Nell'ambito della progettazione, è stato considerato pertanto che alla offerta materiale di animali e ambienti, si accompagni anche un'offerta didattica, che spinga a capire le specie e il loro ruolo nell'ecosistema, ma che spinga anche al rispetto per la fauna e alla consapevolezza che solo attraverso un comportamento idoneo, silenzioso e rispettoso, l'incontro tra uomo e animale diviene possibile e memorabile. Volendo educare alla natura, anche nei nostri recinti l'osservazione degli animali non è scontata, può richiedere tempo e pazienza. Si è voluto che anche nei recinti, l'animale avesse un habitat naturale che gli conservasse la libertà di non mostrarsi; una libertà che dovrebbe insegnare all'utente che l'animale non è una merce in esposizione, ma un regalo della natura.

 

mimetismo della lince

 

All'area Faunistica di Forni di Sopra si accede attraverso il fabbricato adibito a ingresso/biglietteria, bar, servizi igienici. L'edificio è stato costruito dall'azienda Legnolandia secondo le caratteristiche tipiche dell’edilizia locale: struttura in legno, copertura in scandole di legno, serramenti in legno. Questa bio-costruzione è stata costruita con il coinvolgimento della "Filiera Corta per la valorizzazione dell'Abete Bianco certificato PEFC", è indipendente dal punto di vista energetico grazie ad una elevata qualità dell’isolamento termico, una caldaia a biomassa ed un impianto fotovoltaico grazie al quale sarà possibile alimentare anche la rete di illuminazione pubblica del parcheggio attiguo all’area. Il legname utilizzato è stato ricavato a km. "zero" da foreste a prelievo controllato un valore aggiunto per l'ambiente.

 

progetto filiera legno fvg

Guarda il video per tutti i dettagli del progetto:

Martedì, 07 Maggio 2019 18:36

CASTELLO DI SACUIDIC

Castello di Sacuidic

Vista al sito archeologico, Forni di Sopra

castello di sacuidic

I  resti  del  castello  di  Sacuidic,  sito  nel  territorio  comunale  di  Forni  di  Sopra,  in  provincia  di Udine, sorgono in prossimità dell'antica strada e guado sul fiume Tagliamento che per molti secoli hanno permesso il passaggio di truppe, carovane di merci e pellegrini dall'Adriatico verso i Paesi del Nord Europa attraverso il passo della Mauria.


La  visita  al  castello,  con  il  racconto  storico  delle  gesta  e  dei  segreti  dei  suoi  fondatori,  é un'esperienza  avventurosa  ed  emozionante  per  grandi  e  piccoli  e  rappresenta  la  meta  ideale  per trascorrere una giornata estiva culturalmente impegnata e divertente.
Il  castello  è  una  meta  amata  da  scuole  e  visitatori  di  ogni  tipo ed è facilmente raggiungibile dal centro di Forni di Sopra attraverso una piacevole passeggiata.

Un sistema di cartelli informativi spiega al visitatore la portata degli scavi, le varie fasi dell'insediamento del castello, come si viveva a quel tempo e le varie operazioni che sono state effettuate per il recupero del sito. Dopo un primo intervento, effettuato con sistemi dell'epoca, oggi arcaici, di  che scavò la zona nel 1891, oggi le vestigia del castello hanno rivisto la luce.


STORIA DEL CASTELLO DI SACUIDIC:

Il castello è stato datato attorno alla fine del XII secolo, quando fu stato distrutto da un violento incendio. Un atto voluto probabilmente dai Savorgnani, che nel 1326 acquisirono la proprietà dei Forni Savorgnani (attualmente Forni di Sopra e Forni di Sotto), per porre fine ad una attività clandestina. Fra i reperti salvatisi dall'incendio sono state rilevati diversi lingotti e cerchi di metallo utilizzati per coniare monete false. Con la distruzione della zecca clandestina, si è conclusa pure la vita del maniero. Fra i resti però sono stati trovati alcuni reperti, bicchieri di vetro, rari all'epoca, punte di frecce da guerra e venatorie, una corazza ed altri oggetti di valore, che inducono a pensare ad una precipitosa fuga da parte dei falsificatori che abitavano il castello stesso.

Sacuidic ai suoi tempi doveva indurre terrore nella gente locale: dovrebbe significare, dallo sloveno “Za Hulicu”, luogo del diavolo (Cià dal diaul in fornese), oppure più semplicemente luogo di vedetta (dal latino “sacculus vidi”) in quanto si trova su uno sperone roccioso che sovrasta il fiume Tagliamento all’imbocco del torrente Ruodia.


RECUPERI ARCHEOLOGICI:

Nel 1891 Alexander Wolf esplorò e scavò nei ruderi del castello medievale recuperando parecchi reperti. Sebbene definita sommaria, l'esplorazione del Wolf ha permesso di recuperare il maniero, che nel frattempo aveva continuato a deteriorarsi.
Nel 1999, il Comune di Forni di Sopra ha inserito la località di Sacuidic come "Sito di interesse archeologico".
Nel 2002 si è realizzata di una pista forestale per raggiungere il sito.
Nel 2004 tutti i proprietari hanno favorito l'acquisto dei terreni a completamento dell'iter burocratico e si è ottenuta la prima concessione per gli scavi archeologici.
Nel 2005 si è ottenuta la seconda concessione e sono così iniziate le campagne scavi curate dall’università di Venezia sotto la direzione dell’Architetto Fabio Piuzzi con il duplice obiettivo della ricerca e del consolidamento dei reperti murari già messi in luce. Le campagne scavi si sono protratte per alcuni anni. Nei lavori sono stati coinvolti gli studenti universitari ed i volontari fornesi di del gruppo “For da Difiendi” diretti da Alfio Anziutti, per la disponibilità e l’entusiasmo di tutti e per l’ormai rara competenza artigianale di alcuni nel lavorare, con la perizia e la manualità della tradizione fornese, la pietra locale.

sacuidic fotogruppo

recupero castello di sacuidic

Un recupero di un centro archeologico, ma che oltre ad avere valenze storiche (si tratta di un castello distrutto da un incendio probabilmente appiccato dai soldati del Savorgnan che nel 1336 presero possesso dei Forni Savorgnani), si trova in un contesto di visite che aumentano la qualità e la quantità dell'offerta turistica del centro dolomitico carnico. Dopo 4 anni di scavi, recuperato al 75% (mancano le parti che sicuramente erano edificate in legno, ma di cui non si hanno notizie certe) manca ancora un'ultima opera: mettere in un quaderno quanto rilevato: lavoro che si effettuerà per il prossimo anno, ora l'antico maniero, "unico castello feudale della Carnia" in quanto non successivamente modificato, afferma il direttore degli scavi, l'architetto Fabio Piuzzi, si erge maestoso su uno sperone roccioso sito a 865 metri di quota a sud est della frazione di Andrazza, su rilievi prospicienti al fiume Tagliamento. Si presume che Saquidic fosse un castello che poteva ospitare una ventina di persone: cinque, sei di origine nobile, feudatari o capitani dei signori di Nonta di Socchieve, e una quindicina di armigeri o servi, eretto fra il XII e XIV secolo, dove, negli ultimi tempi, si svolgeva anche una lucrosa attività di zecca clandestina. Fra i reperti venuti alla luce, conservati dopo essere stati sottoposti ad opera di restauro, alcuni lingotti di rame e tondelli monetali senza conio, che servivano appunto per battere moneta falsa.

Nel 2008 è stato pubblicato il libro: "SACQUIDICH PRESSO FORNI SUPERIORE" degli autori Autore: Sauro Gelichi, Fabio Piuzzi, Alessandra Cianciosi.
Il volume costituisce la prima pubblicazione relativa ad un progetto di ricerca sull’archeologia dell’alta valle del Tagliamento. I dati emersi dallo scavo hanno evidenziato la breve durata dell’arco di vita del castello (fine XII?-terzo quarto del XIII secolo) e la sua caratteristica di struttura inizialmente militare e successivamente militare/residenziale. Nella fase finale del sito è stata riscontrata la presenza di una attività di contraffazione monetaria cessata con l’incendio, forse doloso, che decretò la fine del castello.

La presenza di resti archeologici del castello di Sacuidic, rappresenta una risorsa, un'occasione per lo sviluppo del turismo culturale, un'offerta in più agli ospiti di Forni, che possono godere di una felice sintesi di bellezze ambientali e reperti archeologici.

Informazioni sulle visite castello di Sacuidic

 

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