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Martedì, 07 Agosto 2018 08:58

SPORT E AVVENTURA A FORNI DI SOPRA

Sport e avventura a Forni di Sopra

Clicca sulla mappa del divertimento nelle Dolomiti Friulane

 

FORNIDISOPRA MAPPA GIOCHI SPORT E AVVENTURA

 

 

Domenica, 22 Luglio 2018 13:00

Wild Life Park - Forni di Sopra

Area faunistica Parulana di Forni di Sopra

Non é uno zoo ma un Wild Life Park

Due piccoli bambi, nati a inizio giugno, che giocano e corrono liberi sui prati. È questa la visione cui è possibile assistere nell’area faunistica Parulana di Forni di Sopra. Quello gestito da quest’anno dalla cooperative Pavees è infatti un wild life park: non uno zoo, ma un’area in cui gli animali vivono liberamente.  “È un modello molto diffuso nel resto dell’arco alpino, ma da noi ancora poco conosciuto – spiega la presidente Ylenia Cristofoli – gli animali non sono in ‘vetrina’, ma vanno cercati nel bosco e nelle radure. È però facile vederli e quando questo succede è una emozione molto gratificante perché sono nel loro ambiente naturale”.

lince forni di sopra

Ecco, quindi, che a occhio nudo o con un cannocchiale è possibile osservare la lince, la volpe, il gufo oppure il cervo. Un’esperienza alla portata di adulti e soprattutto di bambini.
“In primavera – continua Cristofoli – l’area è stata molto frequentata dalle scolaresche, molte delle quali soggiornavano a Forni di Sopra per la classica settimana bianca o verde. Con giugno, poi, sono arrivati in vallata molti turisti da fuori regione, per un semplice week-end o per una settimana intera, che ci hanno fatto visita. Per tutto luglio, inoltre, abbiamo un sacco di prenotazioni da parte di centri estivi, anche dalla pianura, a cui proponiamo attività originali come la visita in modalità orienteering”.

gufo reale forni di sopra

L’area faunistica, aperta nel periodo estivo da martedì a domenica dalle 11 alle 18, è dotata di un punto di ristoro, ma è possibile anche consumare un pic-nic nella zona appositamente attrezzata. Visto il successo dell’iniziativa, nei programmi di Comune e cooperativa c’è già il suo raddoppio. “L’amministrazione locale intende acquisire altri cinque ettari – conclude Cristofoli – portando così l’area a complessivi dieci. Questo ci consentirà di sviluppare nuove attività molto interessanti”.

Da: Il Friuli

 

AREA FAUNISTICA FORNI DI SOPRA - scoprila qui!

 

 

Domenica, 01 Luglio 2018 08:47

FORTUNATO DE SANTA

Monsignor Fortunato De Santa, il fornese più illustre.

Fortunato De Santa nacque a Forni di Sopra il 9 agosto 1862, da Giovan Battista ed Anna Pavoni, modesta ed esemplare famiglia della frazione di Vico.

monsignor fortunato de santa fornidisopra

La storia del Vescovo Fortunato De Santa, tratta da "Forni di Sopra" di Lodovivo Zanini:

Compiuti gli studi elementari in paese, avendo egli espresso il desiderio dì farsi sacerdote, venne avviato al seminario di Udine, dove si fece subito notare, oltre che per intelligenza e profitto, per l'indole aperta e cordiale che gli meritava la simpatia e l'amicizia di tutti. A vent'anni sospese gli studi per il servizio militare, divenne un alpino autentico, stimato e benvoluto dai commilitoni non meno che dai superiori. Ed in capo ad un triennio, tornò al suo banco in seminario. Ordinato sacerdote nel 1888, assumeva l'ufficio di cappellano del suo paese, e poi, nel 1895, quello di parroco. Così, dopo esser stato zelante cooperatore, affrontava la piena responsabilità della sua missione, che svolse con la generosa sollecitudine d'un vero padre dei suoi fedeli. Prime cure di don Fortunato: dar nuovo impulso alle confraternite già esistenti, e promuovere con ogni assiduità la formazione religiosa sia dei fanciulli sia degli adulti, giovandosi in questo d'un suo prezioso dono: la parola facile ed avvincente, piana, ma ansiosa di un bene spirituale che doveva essere luce e conforto anche nelle più comuni vicende. E questo ideale e insieme realistico modo di sentire, lo indusse a preoccuparsi della stessa vita materiale dei suoi parrocchiani, ai quali soleva parlare di forme associative che potevano promettere vantaggi per tutti e per ciascuno. Quindi, se li vide intorno collaboratori già convinti, allorché volle fondare una Cassa Rurale ed una Cooperativa di consumo; due istituzioni che, grazie alla sua competenza di amministratore, contarono in breve tra le meglio avviate della provincia. Del pari ben disposti li trovò anche in seguito, quando propose loro di stringersi in una società di mutuo soccorso, che tutti affratellasse nel concreto esercizio della carità cristiana, e desse modo altresì di istruirsi; i giovani seguendo corsi di arti e mestieri, gli altri presenziando alle serate di un circolo di cultura; due istituzioni cui egli attese con l'innata sua vocazione di educatore. A questo punto, egli dovette chiedersi se al paese poteva donare dell'altro. Si, l'onesta possibilità d'uno svago, opportuna specialmente nelle lunghe invernate. E allora, il provvido e umanissimo parroco non esitò ad accollarsi l'impegno di allevare una compagnia filodrammatica ed un corpo filarmonico: oneroso eppur grato impegno, se a taluni porgeva occasione di imbastir qualche cosa sopra una modesta scena, e ad altri di intronare il prossimo solfeggiando dinanzi a qualche rigo di musica. Tante sono le vie per tirar su un paese; e tante dovettero figurare in un suo antico programma, se per farsi curatore d'anime egli aveva anche meditato su qualche libro di pedagogia teorica e pratica. Nella buona stagione, poi, che purtroppo disperdeva tutti gli artigiani in lavori all'estero, egli poteva concedersi il sollievo delle gite in montagna; ma per andarvi alla ricerca di piante rare e di rocce fossilifere, e riportarne degli esemplari per e sue collezioni, riordinate con la diligenza ed i criteri d'un appassionato di geologia e di botanica. E fu così che professori e naturalisti di grido, capitando a villeggiare a Forni, conobbero il dotto parroco e ne sollecitarono anche la collaborazione. E sappiamo che don Fortunato coltivò relazioni di studio specialmente con Torquato Taramelli, scienziato largamente noto per le sue memorie intorno ai problemi di botanica, di geologia ed idrologia del Friuli. E come sempre, anche in queste ricerche egli colse il destro di giovare ai parrocchiani; a loro infatti destinava un manualetto di nozioni per una più redditiva coltura agricola di montagna; ed un elenco di piante medicinali, di cui annoverava 66 specie, con l'indicazione delle virtù curative e del modo di trattarle per farne medicamenti. Senonché tutto questo fervore di opere egli dovette interrompere nel 1906, quando superiori ed estimatori lo vollero alla direzione del seminario udinese. All'istituto che gli aveva dato il primo avviamento, egli recò il tesoro della sua esperienza, insieme con l'alto e puro concetto della missione alla quale appunto erano destinati i suoi giovani allievi. Quindi, egli impegnò tutte le proprie energie nel promuoverne la formazione spirituale, nel farsi loro guida ed esempio nello studio, nella pietà, nel pratico esercizio del sacro ministero. Per esser brevi diremo con mons. Trinko che Fortunato De Santa fu anche in seminario l'uomo della Provvidenza: tutto per tutti.

mon fortunato de santa forni di sopraNel 1914, Fortunato De Santa venne nominato Vescovo di Sessa Aurunca, missione che accettò con l'abituale suo spirito di umiltà, e soprattutto nel convincimento che quella era la volontà di Dio. Doveva andare incontro ad un mondo affatto nuovo, per costumi ed inveterato modo di pensare ed operare tanto diverso dal nostro. In breve, però, si venne a sapere che fin dal primo ingresso in quella diocesi, la ma parola piena di fervore, e quell'aria di santità che spirava dal suo volto, avevano fatto una grande impressione. Poi, la chiara fermezza dei propositi, l'attività instancabile e, in particolare, il fulgido esempio che dava in pubblico e in privato, avevano fatto il resto; avevano cioè, vinto ogni diffidenza, e indotto clero e popolo a rispondere con sincerità ed anche con entusiasmo alle sue apostoliche premure. In passato egli aveva già steso una scelta di sermoni in cui delineava ben chiaro — nei limiti, nella forma, nello spirito — il programma d'azione che più gli stava a cuore. Riesumò ed anche ampliò tali premesse, fornendo alla stampa un ulteriore contributo di articoli esortativi; il che valse ad apportargli nuovi e più ammirati consensi, e non senza propositi di speciali manifestazioni in suo onore. Allora egli si dette la pena di schivare ogni pubblico attestato ed ogni onorificenza che potesse, come suol dirsi, dare nell'occhio. Ma si trovò egualmente a dover declinare più d'una pressante offerta di sedi più comode, o d'un livello più elevato. Ed ai confidenti che non sapevano rendersi conto di tali dinieghi, rispondeva che, accettando, gli sarebbe parso di venir meno al mandato commessogli dal Santo Padre, che nell'inviarlo a Sesso gli aveva caldamente raccomandata quella diocesi.

 

Dopo cinque lustri di quell'infaticato lavoro, assai di rado interrotto per un breve ritorno alla pace dei suoi monti, egli si trovò esausto ed ammalò. Riavutosi d'improvviso, che parve miracolo, lo colse una ricaduta che lo portò alla fine: il 25 febbraio 1938. Una folla immensa tra cui numerosi vescovi al seguito del Cardinale Arcivescovo di Napoli intervenne alle sue esequie, che ebbero il tono e la solennità d'una glorificazione. E si disse che in quell'ora tutti ebbero la convinzione di trovarsi alla presenza delle venerate spoglie d'un santo.

Si concludeva cosi il lungo e fecondo episcopato, iniziato nel 1914, di questo illustre presule di Forni di Sopra il cui ricordo, a 80 anni dalla morte, è ancora straordinariamente vivo tra quanti ebbero la fortuna di conoscerlo.


Fortunato De Santa scoprì una primula che cresce soltanto a Forni di Sopra e dintorni...

primula wulfer

Nel duomo di Sessa Aurunca una lapide posta all'inizio della navata di destra ricorda il luogo dove riposano le spoglie di monsignor Fortunato De Santa, nato, è scritto sulla lapide, in oppidulo vulgo Forni di Sopra (nella piccola città chiamata Forni di Sopra). Monsignor De Santa, oltre che per le sue virtù di vescovo «santo e dotto», é ricordato in Campania e in Friuli per i suoi numerosi scritti (era collaboratore, tra l'altro, del Corriere del Friuli e ha lasciato numerosi volumi tra cui uno sulle origini della cattedrale di Sessa Aurunca) e per la sua attività di studioso di scienze naturali, in particola re di botanica e geologia.' In questo campo fece studi approfonditi sulle origini e sulle trasformazioni subite nei secoli dal suo paese, Forni di Sopra, e dai paesi vicini.

Nel suo libro Elenco delle piante medicinali che crescono nel territorio di Forni di Sopra (Tipografia del patronato. 1901), De Santa descrive una particolare varietà di primula da lui scoperta, la Primula Wulfeniana Schott, che cresce, unica in Italia, soltanto a Forni e dintorni. Per i suoi studi di botanica, l'umile Prè Natu (cosi i parrocchiani di Forni chiamavano affettuosamente il futuro vescovo) fu insignito della croce di cavaliere.

Sabato, 06 Maggio 2017 21:26

LE CHIESE DI FORNI DI SOPRA

Le Chiese di Forni di Sopra, monumenti storici nelle Dolomiti Friulane

 

CHIESA PARROCCHIALE SANTA MARIA ASSUNTA, frazione Cella a Forni di Sopra

chiesa parrocchiale s maria assunta forni di sopra

A Forni di Sopra, in corrispondenza d’una strettoia nell’abitato di Cella (quota m.901) sorge la Chiesa Parrocchiale.
La prima notizia d’una chiesa in questo sito risale al 1205, quando gli archivi registrano le dispute tra i due Forni per stabilire la preminenza d’una delle due parrocchie. Ad averla vinta fu Forni di Sotto, dalla cui Parrocchia Forni di Sopra si staccò definitivamente solo nel 1445, quando già l’edificio originario era stato completamente rifatto. Il grande edificio attuale è del 1835-41, il campanile (che è il più alto della Carnia) fu iniziato nel 1776 e terminato nel 1860.
Questa chiesa è interessante, più che non per se stessa, per quanto contiene, e cioè tre bellissimi altari lignei dei Comuzzi.
Il più pregevole, il primo a sinistra (1646), racchiude un’ancora di Domenico da Tolmezzo (circa 1500). Quest’ultima non è firmata ma l’attribuzione a Domenico è ormai accettata da tutti gli studiosi.
E’ a dieci scomparti, su due piani. In mezzo, sopra il Cristo morto tra i Santi Gregorio Magno, Lorenzo, Vito e Maurizio a mezza figura. Sotto, i Santi Sebastiano, Giovanni Battista, Giacomo Maggiore e San Rocco (o sant’Osvaldo). E’ opera della piena maturità di Domenico, ormai libero dal gotico e capace di esprimersi in modo essenziale e vivace. Al centro, dove forse c’era un Cristo flagellato, c’è una Madonna dello stesso Comuzzi, scultore dell’altare: è firmata e datata. E’ opera sobria e rigorosa: la Madre severa e imponente, ma dal panneggio aggraziato, il Bambino in atteggiamento vivace e spontaneo.
Il secondo altare, quello del Rosario, è subito dopo, sempre a sinistra. E’ dei Comuzzi e forse in esso si trovava la Madonna ora visibile nel precedente. In questo altare si vedono 15 medaglioni rappresentanti i misteri del Rosario.
Il terzo altare è sulla parete di destra ed è sempre della bottega dei Comuzzi, ma è meno bello dei precedenti. Sotto la mensa dell’altare si trovano le reliquie di San Teodoro, che hanno una curiosa storia. I resti di questo Santo, rinvenuti in una catacomba romana, furono donati dal Pontefice al Sacerdote Giovanni Colman nel 1842, per la Parrocchiale di Forni di Sopra. Qui però non si potè dare subito degna collocazione alle reliquie, che vennero affidate al Convento delle Clarisse di Udine. Passarono quindi di mano in mano, finchè Forni le riottenne con un processo, ponendole infine, opportunamente restaurate, nella Parrocchiale nell’anno 1898. In Sagrestia sono visibili due statuine di legno sempre del Comuzzi, San Domenico e Santa Teresa, che probabilmente si trovavano ai lati della Madonna sull’altare del S.Rosario. Sulla parete a sinistra, Crocifisso di legno del sec.XV. L’attuale altare maggiore è del 1900 ed è opera dell’architetto Elia D’Aronco, le statue sono di Pochero Celestino.
L’organo, di Beniamino Zanin di Codroipo, fu messo in sede nel 1895. Gli affreschi del coro, infine, salvo quelli del catino dell’abside, sono opera giovanile di Fred Pittino. Il piazzale conteneva l’antico cimitero; da esso si ammira lo stupendo scenario (da sinistra) della Val di Suola, del M. Cimacuta, incombente sulla valle del Tagliamento, dei Monfalconi di Forni e del Cridola (m.2581).


SANTUARIO MADONNA DELLA SALUTE, frazione Vico a Forni di Sopra

santuario madonna della salute forni di sopra

Nell'Anno del Signore 1511 un pellegrino transitò per Forni di Sopra, avendo come meta la locale Chiesa di San Floriano Martire ed il Santuario di Sant'Osvaldo Re e Martire di Sauris di Sotto. Egli portò l'annuncio della peste che infieriva su vastissime zone al di qua e al di la dell'Arco Alpino nonché in vaste aree d’Europa, decimando le popolazioni. I Fornesi, terrorizzati, si appellarono alla protezione Divina mediante l'intercessione della Beata Vergine Maria promettendole, come voto qualora fossero stati preservati dalla pestilenza, di dedicarle una Cappella. Ottenuto il sospirato beneficio, fedeli alla loro promessa onorarono riconoscenti il voto fatto. Nell'Anno Domini 1515, tra l'attuale Santuario della Madonna della Salute ed il Torrente Tollina costruirono un “Oratorio Campestre”, da subito chiamato “al Capitèl dala Madona dala Salût”, dove raffigurarono la Madonna della Salute con ai lati i Martiri Rocco e Sebastiano. La notizia del voto e del modesto Oratorio si sparse velocemente nelle vicine zone di Cadore, Carnia e Val Tramontina e questo divenne oggetto di numerosi pellegrini per una preghiera, un'invocazione, per chiedere una grazia. La costruzione, pur trovandosi vicino al Torrente Tollina venne risparmiata da diverse calamità naturali, anche da quella del 18 agosto 1748 nota ai Fornesi per la “Stua dala Tulìna” che portò grande distruzione.
Verso la metà dell'Ottocento, quando comunque già da tempo le pertinenze della Cappella non riuscivano a contenere le grandi manifestazioni di fede nei confronti della Madonna della Salute, il Parroco dell'epoca Don Niccolò Sala, concorde con la sua Comunità Parrocchiale, inviò all'Arcivescovo di Udine Monsignor Zaccaria Bricito la richiesta volta ad ottenere l'autorizzazione per costruire un Santuario capiente. Era il 22 Gennaio del 1849. Il 31 dello stesso mese l'Arcivescovo autorizzò la costruzione dell’edificio e diede a Don Niccolò il permesso di benedire la posa della pietra d'angolo. Alle ore 10:00 del 1° novembre 1849 venne benedetta e posta in opera la prima pietra e negli anni successivi continuarono i lavori di realizzazione. Il 19 dicembre 1851 la Curia Arcivescovile autorizzò il trasferimento del prezioso affresco della Madonna della Salute con i Santi Rocco e Sebastiano dalla Cappella al Santuario in costruzione. La Sacra effigie venne tolta con scrupolo e traslata nella nuova Chiesa il 31 luglio 1852 ma, nonostante le grandi attenzioni, gli affreschi ai lati della Vergine andarono perduti. Di San Rocco, a sinistra è ora visibile solo la mano, mentre a destra si notano ora solo un ginocchio e parte di due frecce di San Sebastiano. Il 03 Agosto 1852 la Curia autorizzò il Parroco a benedire il nuovo Santuario: il 24 Ottobre dello stesso anno l'edificio di culto venne inaugurato e si celebrò la prima Messa Solenne.
Nel corso del Novecento sono state realizzate le altre pitture presenti nella Chiesa, come anche qualche modifica relativa agli arredamenti interni. Per perpetuare i valori della venerazione dei Martiri Rocco e Sebastiano (le cui effigi erano andate perdute), la Parrocchia diede l’incarico ad un pittore, rimasto ignoto, di realizzare un dipinto su tela che li raffigurasse assieme a Maria Vergine col Bambino, tela poi appesa nel nuovo Santuario sopra la porta della sacrestia. I Fornesi, mèmori di un antico voto, imploravano la protezione di San Rocco: il 16 agosto, giorno della sua ricorrenza, Santa Messa Solenne in suo onore e Processione preceduta dal gonfalone bifacciale decorato con le immagini della Madonna della Salute, di San Rocco, Sant’Antonio Abate e di San Floriano. In quel giorno la tela, da sopra l’ingresso della sacrestia veniva posta sopra l’affresco della Madonna della Salute, costituendone la pala dell’altare. Nel corso degli anni, purtroppo, quella devozione al Martire Rocco è venuta meno e, nel 1958, la tela è stata spostata nella Chiesa Parrocchiale dove arredava la cappella dell’ex altare maggiore “di San Piêri e Pauli”. Il 02 Giugno 2015, il dipinto è stato tolto dalla Cappella della Chiesa Parrocchiale dov’era posto ed è stato riportato alle origini, nel Santuario della Madonna della Salute proprio sopra la porta della sacrestia. Il terremoto del 06 Maggio 1976 lasciò evidenti segni del suo passaggio, segni poi cancellati con il necessario totale restauro della Chiesa avvenuto tra la fine del 2008 e l'estate del 2010. La benedizione dello splendido, e caro ai Fornesi, Santuario restaurato è avvenuta l'11 Settembre 2010 con una magnifica cerimonia alla presenza dell'Arcivescovo Monsignor Andrea Bruno Mazzocato e di moltissima gente. Il completo restauro fortemente voluto dal compianto Parroco Padre Renzo Bon e dai suoi Parrocchiani, ha permesso di ridonare all’edificio, nella sua semplicità, lo splendore delle origini. Da tempo immemore il Santo Rosario del mese di Maggio viene recitato davanti l'effigie della Madonna della Salute; da sempre i bambini della Prima Comunione, prima di portarsi in Processione alla Chiesa Parrocchiale, si raccolgono al cospetto del prezioso affresco, come pure l'8 Settembre i pastori rientrati dalle Malghe il giorno precedente si raccoglievano, fino a qualche decennio fa, nello stesso Santuario.


CHIESA DI SAN GIACOMO, frazione Vico a Forni di Sopra

chiesa san giacomo forni di sopra

La chiesa originaria risaliva al sec.XIV, ma essa subì varie trasformazioni e rimaneggiamenti, e di quell ’edificio rimane probabilmente solo una parte della facciata sotto il portico. La chiesa è a pianta rettangolare, con campanile aggiunto (1928) e con sagrestia a sinistra.
La facciata presenta un campaniletto a vela monoforo, del sec.XVI e un portico alquanto inconsueto, perché a unico spiovente; due colonnine e una trave lo appoggiano al muretto, che ha aperture laterali. La parte inferiore della facciata, che è appunto la più antica, ha due finestre con grate molto particolari e un bel portoncino gotico a sesto acuto, che porta un’ iscrizione – “Questa chiesa fu costruita l’ ultimo giorno di maggio del 1461” – e un’ elegante decorazione a bassorilievo con fogliame e spirali; c’è chi dice che tale portale facesse parte d’un preesistente castello della zona. Sempre sotto il portico, residui di affreschi.
L’ interno è privo di testimonianze interessanti, a esclusione d’un volto affrescato emerso sulla parete sinistra.
All’ altare maggiore, una Madonna in trono col Bambino, San Giovanni Nepomuceno (invocato durante le inondazioni) e San Rocco (invocato durante le epidemie); fu dipinta non molto dopo il 1748, anno appunto di un’ alluvione.
Curiosità. Notare la pietra su cui posa il muretto del portico a sinistra. Forse è una roccia affiorante, forse una pietra di costruzione d’ un edificio ancora più antico?
La campana originale, detta “Giacomina” si trova attualmente nella torre del vecchio Municipio. Tale campana, del sec.XV, è una delle poche salvate dalle requisizioni compiute dai tedeschi nel 1918, che avevano bisogno di bronzo per la fabbricazione di cannoni.


CHIESA DI SAN FLORIANO frazione Cella a Forni di Sopra, monumento nazionale.

chiesa san floriano forni di sopra

Questa chiesetta, monumento nazionale, è posta su uno sperone, in vista del corso del Tagliamento (le cui sorgenti sono poco a monte del paese). Si ha notizia di una chiesa in questo sito già relativamente al 1309 ma la costruzione che oggi vediamo è in sostanza della seconda metà del sec.XV. E’ a pianta rettangolare, col presbiterio a pianta quadrata. La facciata, intonacata e con pietre angolari a vista, ha un campaniletto a vela rialzato, a monofora, molto antico. Il tetto é ricoperto da scandole di legno. La costruzione ha orientamento est-ovest, ripetendo quindi quello dell’edificio originario che, in base a ciò, è confermato essere molto antico. L’interno è una festa per gli occhi e lo spirito, grazie agli affreschi di Gianfrancesco da Tolmezzo e alla rara e rutilante pala del Bellunello. Nel soffitto, diviso in quattro grandi losanghe convergenti verso un bottone centrale, ci sono i Dottori della Chiesa: Ambrogio, Agostino, Gerolamo e Gregorio Magno, che sono tra le cose più belle del Maestro per il modellato possente e i colori squillanti. Nei quattro triangoli, otto mezzi busti di giovani valletti reggono lunghissimi filatteri a volùte, che si direbbero però di mano di qualche allievo, per la minore pregnanza costruttiva. In una galleria a portico sono i 12 Apostoli preceduti da San Floriano. Questo Santo, che veniva ritenuto protettore contro gli incendi e le inondazioni, era molto popolare in Carnia e in tutto il Friuli. Nato nel Norico e convertitosi al Cristianesimo, incontrò il martirio mentre si recava a Lorch, nel tentativo di salvare dall’eccidio quaranta correligionari condannati a morte. Fu flagellato e ucciso, e il corpo gettato nel fiume Enns. Le figure di questi affreschi sono possenti, dalle forti caratterizzazioni somatiche e dai colori scuri e precisi. Nel piano superiore c’è un loggiato con Santi a mezzo busto. Nella parete nord: Pantaleone, Giovanni Battista, Sebastiano, Rocco e Vitale. Nella parete interrotta dalla finestra, e che forse è la più bella: Bernardo, Francesco, Gottardo e Nicolò. Nella parete sud: Osvaldo, Lorenzo, Antonio Abate. L’intradosso ci presenta otto Sante, figurette fresche e vivaci. C’è chi ha pensato alla presenza, qui, del Pordenone come aiuto di Gianfrancesco da Tolmezzo.
La pala del Bellunello, ritrovata dopo un furto subito nel 1972, è un polittico a otto scomparti, con elegante cornice dell’epoca. A destra in basso ci sono la firma e la data: 1480. Ci presenta San Floriano vestito da cavaliere, con un modellino di castello in preda alle fiamme nella mano destra. Il fuoco era uno dei grandi flagelli di tutti questi paesi di montagna, a causa delle costruzioni quasi interamente di legno e dei lunghi mesi di freddo che costringevano a tenere il focolare quasi sempre acceso. Ai lati, alcune figure a tre quarti: Sant’Orsola e le compagne, Santa Caterina d’ Alessandria con Santa Barbara e Santa Dorotea.
Nel secondo piano, a mezzo busto, i Santi Nicolò, Antonio Abate a sinistra, San Vilfredo e Sant’Osvaldo a destra. In alto, nelle cuspidi, Cristo risorto con ai lati l’ Arcangelo Gabriele e l’ Annunciata. E’ una delle opere più compiute e meglio conservate del Bellunello. In questa chiesa ci sono celebrazioni solenni il giorno di San Floriano, il 4 di maggio. Curiosità: in uno degli affreschi a destra della porticina d’ ingresso laterale, è rappresentata una chiesa che, a quanto si tramanda, è la raffigurazione della Parrocchiale com’era all’epoca dell’affresco stesso. Nei periodi estivi, al suo interno, vengono allestite delle mostre sacre a cura della parrocchia di Forni di Sopra.


 CHIESA DEI SANTI VITO, MODESTO E CRESCENZA, frazione di Andrazza a Forni di Sopra.

chiesa san vito forni di sopra

Il primo di agosto del 1626 i borghigiani di Andrazza manifestarono alla Comunità il desiderio di avere una loro chiesa da dedicare ai Santi martiri Vito, Modesto e Crescenza. La chiesa sorse vicino alla strada antica, posizionata con l’altare verso il sorgere della vita. Mentre la chiesa prendeva volto lo scultore Gerolamo Comuzzo di Gemona del Friuli creava l’altare, il gioiello che oggi si ammira. Il progetto venne concretizzato in tempi brevi: rettangolare con la piccola sagrestia sul lato destro, intonacato e con il tetto molto spiovente. La facciata mostra l’ingresso, due finestre con gli elementi in pietra scalpellati senza pretese e il campaniletto monoforo. La chiesa venne consacrata nel giugno del 1637. La pennellata di luce che entra dal portone aperto mette in evidenza il pavimento lastricato di pietra nera e rossa; il minuscolo presbitero custodisce l’apprezzabile altare ligneo del Comuzzo e comunica con la sagrestia attraverso una porticina che invita ad un doveroso inchino. Il soffitto della navata, umile e raccolto, mostra la pittura settecentesca raffigurante le Tre Persone Trinitarie. Ogni anno il 15 giugno, festa di San Vito, viene celebrata la Santa Messa solenne serale. Il Santo Vito ebbe da Crescenza il latte e da Modesto l’istruzione. I tre personaggi sono legati da un destino comune, il martirio. Si racconta che Vito ancora giovane subì il carcere in Sicilia nel 294, venne poi liberato dall’ intervento Divino e si stabilì in Lucania assieme alla nutrice ed al maestro. Diocleziano lo conobbe e lo perseguitò per non aver rinnegato la fede.


 Bibliografia: "Le nostre Chiese" di Luciana Pugliese


 

Le fantastiche guglie delle Dolomiti Friulane.

Monti di Tor, gruppo del Cridola a Forni di Sopra. Punta Savorgnana, m. 2360, ascensione partendo dal Rifugio Giaf.

VIDEO DOLOMITI FRIULANE - D'OLTREPIAVE:

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La stagione sciistica sulle piste di Forni di Sopra è terminata! Ora è tempo di primavera.

Il risveglio della natura vi accoglierà nella bellezza delle Dolomiti.

 

L'Infopoint di Promoturismo Friuli Venezia Giulia é aperto tutto l'anno per dare informazioni complete ed esaustive agli ospiti di Forni di Sopra.

 

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 INFORMAZIONI TURISTICHE, Forni di Sopra Dolomiti

  • CENTRO VISITE DEL PARCO DELLE DOLOMITI FRIULANE: Apertura: domenica dalle 10.00 alle 12.00/ dalle 15.00 alle 18.00 ingresso libero. Fino al 12 maggio sarà possibile visitare la mostra di PIROGRAFIE DIPINTE DI RITA POLO a tema FORNI DI SOTTO “PRIMA DEL FUOCO” OGNI DOMENICA 10:00 -12:00 e 15:00 - 18:00
  • STRADA DEL VINO E DEI SAPORI: VISITE GUIDATE IN AZIENDA. BIRRIFICIO FOGLIE D’ERBA: su prenotazione almeno 5 giorni prima, min. 5 max 10 persone. Costo: € 5,00 a persona. Prodotti acquistabili nello spaccio aziendale annesso. Prenotazioni: 347 3555197 / Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

  • MUSEO RURALE FORNESE ed ESPOSIZIONE “IL FILO DEI RICORDI” aperto su prenotazione almeno un giorno prima: 0433 886767 (Infopoint). Ingresso gratuito.
  • SCOPRI I PACCHETTI VACANZA ESTATE A FORNI DI SOPRA
 
     

  

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Sabato, 26 Gennaio 2019 14:39

GIOVANNI MARIA ANCIUTI

Giovanni Maria Anciuti, Anziutti

il famoso costruttore di strumenti musicali.

Ricerca di: Francesco Carreras, Cinzia Meroni

L’attività di costruttore di strumenti a fiato di Giovanni Maria Anciuti (Forni di Sopra 1674 - Milano 1744) si svolse prevalentemente a Milano ma, come sarà dimostrato nel seguito, i suoi rapporti con Venezia, e col paese d'origine, Forni di Sopra, furono frequenti per ragioni professionali e famigliari.

particolare strumento giovanni maria anciuti

L’eccezionale maestria e l’inventiva che Giovanni Maria Anciuti impiegava nella fabbricazione di strumenti a fiato, utilizzando spesso materiali preziosi quali l’avorio e l’argento o l’essenze, rare al tempo, del palissandro e del grenadiglio, e la raffinatezza dell’esecuzione costruttiva ricca di soluzioni originali fanno di questa figura milanese uno dei più noti e apprezzati costruttori di strumenti musicali della prima metà del Settecento.

oboe particolare giovanni maria anciuti chiaveMolto è già stato scritto su questi aspetti del lavoro di Anciuti, che non saranno quindi ripresi in questo articolo. Tuttavia, questo famoso costruttore era fino ad oggi conosciuto solo per i numerosi strumenti che portano il suo nome. Nessun documento o indizio a lui riferibile era mai emerso, nonostante intense ricerche negli archivi di Milano e altrove. Si ipotizzava che il cognome Anciuti potesse essere uno pseudonimo, coniato sulla parola ancia. La presenza di un leone alato di San Marco, simbolo di Venezia, su molti dei suoi strumenti poteva richiamare un legame commerciale con la Serenissima.

Tutte queste considerazioni, corredate da una lista di tutti gli strumenti noti di Anciuti, sono esposte ed ampliate nell’articolo sull’oboe d’avorio del Museo Civico del Castello Sforzesco a Milano. Queste ipotesi sono state nel tempo riprese in diversi cataloghi di musei, in repertori e articoli, ultima in ordine di tempo la pubblicazione redatta in occasione della mostra Meraviglie Sonore, tenuta a Firenze nell’autunno del 2007. Le date impresse sugli strumenti conosciuti di Anciuti vanno dal 1709 al 1740 ed è appunto intorno a questo arco temporale che si svolse presumibilmente l’attività produttiva del costruttore. Solo su due strumenti compare il nome completo “Ioannes Maria Anciuti” [Anciutus sul flauto dolce doppio], mentre su tutti gli altri è inciso solo «Anciuti» e molto spesso l’anno di fabbricazione.

Ricerche sui costruttori di strumenti a fiato a Milano e scoperta del primo documento su Giovanni Maria Anciuti. Queste erano dunque le informazioni disponibili su Anciuti all’inizio del 2007, quando ha preso avvio una ricerca sistematica sui costruttori milanesi di strumenti a fiato, con l’obiettivo di ricostruire e documentare la storia della produzione dei fiati, avendo come base di partenza i pochi studi su Milano. Per il Settecento poi, su cui si sono concentrate le prime indagini, esistevano al momento di iniziare questo progetto solo scarne informazioni relative a pochi nomi. L’attenzione è stata focalizzata inizialmente sugli archivi parrocchiali dei quartieri intorno al Duomo, su atti di varia natura dell’archivio di stato e della biblioteca Trivulziana. E’ proprio dall’esame di alcuni fondi notarili di fine Seicento che è emerso un documento contenente il nome di Giovanni Maria Anciuti, che ha permesso di avviare un filone di ricerche da cui sono scaturiti risultati concreti relativamente alla sua identità e attività: è stata, infatti, rinvenuta la dotis confessio della sua futura sposa, datata Milano, 30 ottobre 1699. Conservato tra gli atti del notaio milanese Francesco Domenico Poroli, questo documento, che rimane l’unico atto notarile relativo a G. M. Anciuti finora conosciuto in ambito milanese, ha fornito alcune informazioni fondamentali, a partire dalle quali è stato possibile tracciare un percorso di ricerca che si è sviluppato in più direzioni.

Alla dotis confessio, che reca la data del 7 ottobre 1699 in Milano, si legge: In nome d’Iddio. Con la presente che havrà forza di pubblico Instromento. L’infrascritto Signor Giacinto Vanotti figlio del quondam Ambrosio qual abita in P. O. [Porta Orientale] P. [Parrocchia] di S. Salvatore in Zenodochio di questa Città, promette di dare la Signora Giuliana sua figlia per Legittima Consorte al Signor Giovanni Maria Anciuti figlio del Signor Antonio del Loco della Pieve del Forno di Sopra Stato Veneto, e che di presente dimora in P. R. [Porta Romana] P. [Parrocchia] di S. Satiro di Milano qui presente, e che promette di ricevere la D.a [Detta] Signora Giuliana Vanotti per sua Legittima Moglie Servata però prima la dovuta Solennità della S. Madre Chiesa, e del Sacro Concilio Tridentino. Con dote da lire Mille in denari contanti moneta di Milano dico £ 1000 Imperiali da pagarseli nell'atto che seguirà il Matrimonio, oltre la scharpa con un abito di Sposa ed altre cosse per uso d'essa Signora Giuliana per l'importanza in tutto di lire Cinquecento Imperiali, a qual effetto dovrà seguire la stima d’un perito confidente d'ambe le parti, per inserirle nell’Instromento dotale nel quale detto Signor Giovanni Maria dovrà obbligarsi per la restituzione tanto delle dette lire Mille, quanto della detta Scharpa, Vestito ed altro da stimarsi come sopra, o del loro valore sino al compimento della medesima somma in caso detta dote si debba restituire perché così. Et in oltre il Signor Giovanni Maria dovrà costituire a detta dote un augumento de lire Trecento Imperiali, qual dovrà subire l'istesso privilegio di dote, come sin d'hora per allora costituisse detto aumento di £ 300, succedendo però il Matrimonio. Che la suddetta dote di £ 1500 Imperiali compreso la Scharpa, e Vestito e come sopra si è per piena e compita satisfatione di tutto ciò che detta Signora Giuliana e detto Signor Giovanni Maria suo futuro consorte possino havere pretendere e conseguire da detto Signor Giacinto e sua Casa tanto per raggione Paterna quanto Materna in Causa di dote e suoi dipendenti ancorché potesse dirsi che le altre sorelle di detta Signora Giuliana avessero avuto, o fossero per havere, maggior dote, mentre si dichiara che detti Signori Giovanni Maria, e Giuliana debbano restar taciti e contenti della dote come sopra costituita nella suddetta somma di £ 1500 Imperiali rinunciando per tale effetto alla disposizione di qualunque lege, o statuto che parlasse in contrario, per essersi di ciò avuto particolar riguardo nel concordare e stabilire il Matrimonio salva però la Raggione alla detta Signora Giuliana e suoi figli se ne havrà per la successione nell'heredità paterna, e materna egualmente con le altre sorelle o come sarà di Raggione in caso che il Padre e la Madre di detta Signora Giuliana morissero senza far testamento. Che il presente si debba ridurre a pubblico Instromento per la sua total osservanza alla quale fra tanto l'una e l'altra parte vicendevolmente si obbliga anche sotto lite. Et in fede. Io Giacinto Vanotto affermo e prometto come sopra Io Giovanni Maria Anciuti affermo e prometto come sopra.

Ecco dunque delinearsi un primo quadro e precisarsi i contorni attorno alla figura di questo eccezionale artefice, tanto noto ed apprezzato per i suoi raffinatissimi strumenti quanto sfuggente sotto il profilo della ricostruzione biografica. In primo luogo, appare chiaro come quello di Anciuti non sia uno pseudonimo di derivazione professionale (da ancia), bensì un nome proprio, non presente a Milano in quanto originario della Carnia. Viene offerta, poi, una delle possibili ragioni del legame di Anciuti con la città di Milano, ossia il matrimonio contratto con una giovane donna milanese, Giuliana (anche nota come Giulia) Vanotti di Giacinto, oltre che un terminus ante quem dell'effettivo trasferimento di Giovanni Maria a Milano, sotto la parrocchia di S. Satiro. La consistenza stessa della dote, considerando anche l'«augumento de lire Trecento Imperiali» da parte dello stesso Anciuti, permette di formulare una prima ipotesi su quale dovesse essere il suo status sociale all'epoca del matrimonio. Una stima approssimativa del valore attuale di 1500 lire imperiali può essere ricavata rapportando tale cifra alla paga mensile di un suonatore professionista che nel primo Settecento poteva andare dalle 18 alle 24 lire mensili. Utilizzo degli indizi raccolti per avviare un piano di ricerche su Anciuti: le ricerche a Forni di Sopra Ma il dato più importante, che emerge da questo documento, è quello della provenienza di Giovanni Maria Anciuti, nativo «della Pieve del Forno di Sopra» (oggi Forni di Sopra, in provincia di Udine) nello Stato Veneto, che permette di chiarire le ragioni della presenza, quasi costante, nel marchio apposto ai suoi strumenti del leone alato di S. Marco, simbolo della Repubblica di Venezia, relativamente al quale l'ipotesi finora più accreditata era quella che Anciuti lavorasse su commissione o sotto il patrocinio della Repubblica Veneta.15 Sembra che anche l'immagine impressa sopra al nome sugli oboi d'avorio senza data di Parigi e di Londra,16 interpretata prima come la raffigurazione di un uccello, rappresenti con ogni probabilità ancora un leone.17 Il dato della provenienza, assieme all'identificazione della paternità di Giovanni Maria Anciuti, ha reso disponibili le coordinate necessarie per l'avvio della ricerca, che si sarebbe dovuta svolgere a Forni di Sopra e a Udine. Sfortunatamente, il 18 agosto del 1748 una disastrosa alluvione ha distrutto tutta la documentazione conservata fino a quella data presso l'Archivio Plebano di Forni di Sopra, che avrebbe potuto fornire a questa ricerca informazioni relative almeno al primo ventennio circa di vita di Anciuti, quasi sicuramente trascorso nel luogo natale. Oltretutto, tutti i documenti posteriori a quella data sono di relativo interesse ai fini della ricostruzione della vita e dell'attività di Anciuti che, come si vedrà più avanti, morì a Milano nel 1744. Indicazioni di carattere più generale sugli Anciuti sono emerse dal Registro dei morti conservato presso l'Archivio Plebano di Forni di Sopra, che, pur partendo dal 1748, elenca personaggi nati dal 1693 in avanti. Dall'analisi di questo registro sono emersi due ceppi di Anciuti, conosciuti oggi come Anziutti ramo Colet-Timilin e ramo Piretu, quest'ultimo riconducibile18 ai discendenti dei primi cugini di Giovanni Maria Anciuti, e non a lui stesso in quanto Giovanni Maria era l'unico figlio maschio della sua famiglia. Una visita a Forni di Sopra effettuata nel 2008 ha permesso di individuare molte delle proprietà elencate nell'inventario redatto alla morte del padre di Giovanni Maria.

 Scarica qui la ricerca completa di Francesco Carreras e Cinzia Meroni su Giovanni Maria Anciuti...



 

Domenica, 02 Aprile 2023 22:25

PARCO AVVENTURA FORNI DI SOPRA

DOLOMITI ADVENTURE PARK

A Forni di Sopra vi aspetta il parco avventura più grande del nord est!

Guarda il video!

 

Il Dolomiti Adventure Park, situato in uno splendido boschetto sulle sponde del fiume Tagliamento, è dotato delle più moderne ed esclusive attrazioni “naturali” ovvero sistemi di passaggio in altezza tra un albero e un altro mediante funi, passerelle, reti, pioli e teleferiche.

 

Calendario e orari parco avventura Forni di Sopra estate 2024
25 aprile e 1 maggio siamo aperti 10:00-18:00
Maggio tutte le domeniche 10:00-18:00
Giugno, luglio, agosto 10:00-19:00
dal 2 al 6 settembre tutti i giorni 14:00-18:00
we settembre 10:00-18:00
6, 13 e 20 ottobre 10:00-18:00

 

dolomiti adventure park forni di sopra

 

Ma l'attrazione assoluta e più adrenalinica, in esclusiva nazionale, è il Powerfan. Si tratta di un sistema che permette di tuffarsi dalla cima di un albero con un salto nel vuoto di quindici metri. L’offerta è studiata anche per i bimbi più piccoli: 70 piazzole raggruppate in 8 percorsi. Dal percorso per bimbi fino a 2 anni a quello per ragazzi o adulti, dal più semplice al più avventuroso, e mentre i più piccoli possono divertirsi tra i gonfiabili del Fantasy Park, i ragazzi più temarari possono cimentarsi nelle scalate più impegnative luno la Ferrata sportiva Adventure Climb Varmost Adventure Climb Varmost. E' un'eccitante avventura in completa sicurezza assicurati attraverso imbracature fornite dall'organizzazione

Il Dolomiti Adventure Park di Forni di Sopra è il più grande parco avventura del nord est italia in grado di soddisfare ogni aspettativa:gli ospiti più piccoli potranno provare l'ebrezza dei itinerari più semplici, gli adulti e i ragazzi più coraggiosi troveranno di che divertirsi sui vari tracciati a loro dedicati.

Ideale per gruppi e centri estivi, anche al di fuori dai giorni e dagli orari di apertura. I nostri istruttori guideranno i ragazzi per tutta l'attività, garantendo uno standard di sicurezza altissimo.

Scopri di più sul parco avventura di Forni di Sopra...

 

dolomiti adventure park forni di sopra dolomiti

 

 

Domenica, 05 Giugno 2022 07:09

FESTA DELLE ERBE A FORNI DI SOPRA

Festa delle Erbe di primavera, Forni di Sopra 8-9 e 15-16 giugno 2024.

Alle erbe spontanee è dedicata una delle feste più amate della montagna Friulana: la Festa delle Erbe di Primavera.

Due fine settimana nelle Dolomiti con un programma ricco di attività: escursioni guidate, mostre, degustazioni, animazione per i bimbi, musica e tanta gastronomia in tutti i ristoranti.

 

 

Seggiovie Varmost Forni di Sopra

Fiore all’occhiello della montagna friulana, Forni di Sopra è tra le località più apprezzate dalle famiglie ed è proprio qui che nel cuore di una conca ampia e soleggiata fioriscono in estate centinaia di specie di erbe e fiori. Tramite splendide passeggiate botaniche si potranno scoprire i doni della montagna imparando a riconoscere i fiori e le piante officinali.

 

   
 FESTA ERBE 2024 banner
 
 

PROGRAMMA

Festa delle Erbe 2024

Programma di massima, i dettagli sono in via di definizione.

Sabato 8 giugno

ESCURSIONI FOREST BATHING E LABORATORI DI FITOCOSMESI 

INCONTRO INFORMATIVO

Domenica 9 giugno

MERCATINI

ESCURSIONI BOTANICHE

LABORATORI CREATIVI

ANIMAZIONE IN PIAZZA E LUNGO LE BIE DEL BORGO

Sabato 15 giugno

ESCURSIONE FOREST BATHING E LABORATORI

DIMOSTRAZIONI CREATIVE

INCONTRI INFORMATIV

Domenica 16 giugno

MERCATINI

ESCURSIONI BOTANICHE

LABORATORI CREATIVI

ANIMAZIONE IN PIAZZA E LUNGO LE BIE DEL BORGO

 
     

 

Eventi organizzati da:
Pro Loco, Comune Forni di Sopra, Rete d'Imprese Dolomiti in tutti i sensi, Associazioni di volontariato.

 PIATTI  A BASE DI ERBE Forni di Sopra

 

festa delle erbe 2020 fienagione

 

Imperdibile per i più piccoli la passeggiata nella natura in compagnia dell’asino Biagio, con storytelling a cura del Parco Dolomiti Friulane. I bambini potranno cavalcare, condurre ed accudire l’asino Biagio, ascoltando storie e leggende del luogo e su piante e animali del Parco. Molto apprezzate sono le attività di Forest Bathing e di Fitocosmesi: escursioni dedicate alla flora e alla vegetazione, con rilassanti e rigeneranti esperienze sensoriali di immersione nella natura e preparazione di prodotti cosmetici a base di piante. 

Non solo passeggiate tra i sentieri della montagna friulana. La festa delle Erbe prevede anche mostre dove osservare come le tradizioni si sono conservate negli anni e per imparare storie tramandate sull’uso delle erbe. Il nuovissimo Orto Botanico, realizzato dalla pro Loco, consentirà di conoscere ed ammirare le principali erbe spontanee di Forni di Sopra. Non può mandare la visita all'Ecomuseo Fornese con i suoi sette percorsi tra i quali il Nuovo Percorso Sensoriale Natura che si sviluppa lungo il sentiero dei bambini. 

Ma la Festa delle Erbe è soprattutto una festa per il palato: in occasione della manifestazione, i ristoranti di Forni di Sopra offrono menù speciali, per gustare le erbe spontanee delle Dolomiti. Le erbe di montagna verranno sapientemente distribuite in piatti particolari per far scoprire sapori nuovi ed indimenticabili. Si possono trovare tutte le proposte di menu sulla pagina Facebook dell’evento.

Sapori inaspettati in luoghi magnifici, questi sono gli ingredienti della Festa delle Erbe, un’occasione unica per conoscere ed assaporare la piacevolezza della montagna friulana.

 

mascotte festa delle erbe forni di sopra

 

Forni di Sopra una rete di sentieri consente di apprezzare sia gli aspetti naturalistici che quelli antropici dell’ambiente alpino presentando sempre riferimenti concreti sul territorio. La forma delle montagne, la vegetazione molto diversificata, le tracce degli animali e la vicinanza delle sorgenti del fiume Tagliamento rappresentano i temi naturalistici principali; la presenza di antiche stalle, ruderi e pascoli abbandonati raccontano invece la storia dell’uomo in questa valle. Passeggiate semplici con poche salite su strade forestali: il “primo contatto” ideale dei bambini con la montagna.

 

fiori festa delle 9erbe forni di sopra primavera

 

VIDEO:

 

INFORMAZIONI SULLA FESTA DELLE ERBE:

LOGO PRO LOCO FORNI DI SOPRA

Pro Loco Forni di Sopra: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Promo Turismo

INFOPOINT 

Via Cadore, 1
I - 33024 Forni di Sopra (UD)
tel. +39 0433 886767
fax +39 0433 886686
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Erbario Forni di Sopra

Domenica, 11 Febbraio 2018 05:28

MUSEO ETNOGRAFICO, FILO DEI RICORDI

Museo Etnografico di Forni di Sopra

Filo dei Ricordi, esposizione di oggetti, utensili, tessuti ed arredi di una volta...

Storia, descrizione orari di apertura e foto museo di Forni di Sopra.

La seicentesca casa rurale della "Busa", un tempo alloggio di uomini e animali, dove accanto ai lavori agricoli non mancavano quelli legati al ferro e alle fibre tessili, è stata oggetto di un recente restauro. Con la sua apertura al pubblico la struttura abitativa è stata nominata "Ciasa dai Fornés" e al piano terra ospita una esposizione intitolata "Il filo dei ricordi".

Fino allo scoppio della Grande Guerra la vita socio economica degli abitanti della Carnia era caratterizzata principalmente da due attività lavorative, l'agricoltura e la tessitura, che si alternavano e si intersecavano fra di loro nei diversi mesi dell'anno.

In inverno i "Cràmars" (dai Canali di Gorto e San Pietro) e i "Tesseri" o "Tisidous" (dai canali di Socchieve e del Tagliamento) emigravano verso le terre della Serenissima e degli Asburgo. Questi artigiani lavoravano in casa le materie prime necessarie alla tessitura, ricavate dalle attività lavorative dell'epoca o dalla natura: la lana proveniva dalle numerose pecore, la canapa ed il lino dai campi della valle e le caratteristiche tinte gialle, verdi e rosse ricavate dai vegetali.

Nel museo troverai esposti raffinati indumenti, strumenti di lavoro, coperte dai tipici disegni, tessuti colorati e arredi. Spiccano inoltre i delicati ricami ad ago e uncinetto legati alle "doti" femminili.

Una parte del museo è poi dedicata alla produzione familiare degli esclusivi "scarpéts": tipica calzatura carnica di velluto prodotta assieme alle floreali ciabatte. La lavorazione di queste calzature è fatta esclusivamente a mano, dalle suole trapuntate alla tomaia, al ricamo, un vero e priprio prodotto da boutique!

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Ingresso gratuito

Fuori stagione turistica il museo è visitabile su prenotazione
c/o PromoTurismoFVG Forni di Sopra
Tel. +39 0433886767

Museo "Il filo dei ricordi"
Via Nazionale - fraz. Cella
33024 Forni di Sopra


Alcune foto del museo di Forni di Sopra, "Filo dei ricordi":

museo etnografico filo dei ricordi forni di sopra

Museo forni di sopra filo dei ricordi

 Museo forni di sopra filo dei ricordi


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